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Stenting dell’arteria renale


Lo stenting dell’arteria renale è una procedura che permette di riaprire le arterie renali bloccate da un restringimento (stenosi). In questo modo è possibile ripristinare il corretto flusso del sangue al rene.

 

Che cos’è lo stenting dell’arteria renale?

A volte i grossi vasi che portano il sangue ai reni – le arterie renali – possono essere occluse da restringimenti. Nella maggior parte dei casi queste stenosi sono associate a processi di aterosclerosi o di fibrosi. La conseguenza è la compromissione del flusso di sangue ai reni. Lo stenting permette di riaprire i vasi sanguigni interessati dal problema, inserendo al loro interno un piccolo catetere durante una procedura di angioplastica. In genere il catetere è inserito attraverso una puntura all’inguine e viene spinto fino al restringimento monitorando il suo percorso con tecniche di imaging. Il catetere viene quindi utilizzato per portare un palloncino a livello del restringimento, dove viene gonfiato per dilatare l’arteria ristretta. Oltre alla dilatazione è possibile posizionare uno “stent”, una sorta di tubicino metallico che funge da impalcatura metallica e mantiene aperta l’arteria.

 

Come si svolge lo stenting dell’arteria renale?

Lo stenting non richiede di addormentare il paziente ed evita le complessità di un’anestesia generale. È necessaria la somministrazione di un liquido di contrasto per visualizzare le arterie con la strumentazione per l’imaging.

La procedura è minimamente invasiva e ha il vantaggio di richiedere solo l’esecuzione di una puntura. La probabilità di formazione di una nuova occlusione è maggiore in caso di arterie molto strette, negli over 65, nelle donne e nei fumatori per cui, in caso, potrebbe essere necessario un nuovo stenting.

 

Lo stenting dell’arteria renale è doloroso e/o pericoloso?

Durante lo stenting si può avvertire qualche fastidio, ma non si tratta di una procedura dolorosa. Fra i principali rischi associati sono inclusi lividi e emorragie a livello del punto in cui è stato inserito il catetere, danno all’arteria, formazione di coaguli di sangue, reazioni allergiche al liquido di contrasto, malposizionamento dello stent e insufficienza renale.

 

Chi può sottoporsi a stenting dell’arteria renale?

In assenza di insufficienza renale lo stenting è indicato quando la stenosi è superiore all’80-85% o quando è del 50-80%, ma gli esami rilevano l’attivazione di una stenosi intrarenale. In caso di insufficienza renale lo stenting è invece indicato con livelli di creatinina serica inferiori a 4 mg/dl o con livelli di creatinina serica superiori a 4 mg/dl associati a una possibile trombosi dell’arteria renale recente. In entrambi questi ultimi casi la procedura è indicata se la stenosi è superiore all’80%, se i livelli di creatinina aumentano con l’assunzione di ACE inibitori o se il livello di stenosi è del 50-80% e gli esiti della scintigrafia sono positivi.

 

Follow-up

Dopo la procedura potrebbe essere necessario assumere anticoagulanti, ma, in ogni caso, saranno necessari dei controlli medici. È bene contattare un medico in caso di febbre, problemi respiratori, rash, gonfiore, arrossamento, emorragie o dolore a livello dell’area in cui è stato inserito il catetere, dolore o altri fastidi alla gamba, al fianco o alla zona dell’addome corrispondente o di pressione molto bassa associata alla sensazione di avere la testa leggera.

 

Sono previste norme di preparazione?

Prima di uno stenting dell’arteria renale il medico prescriverà opportune indagini strumentali. Il giorno della procedura è necessario presentarsi con tutta la documentazione richiesta dopo aver seguito tutte le indicazioni dei medici riguardanti l’assunzione di farmaci e di alimenti nei giorni (o nelle ore) precedenti.