La cardiochirurgia riveste una grande importanza e sarà anche al centro di un piccolo Congresso che si terrà a Lanciano (Chieti) sabato 18 maggio. Come ci spiega il dottor Giuseppe Tarelli, responsabile della Cardiochirurgia in Humanitas, da tre anni Humanitas organizza questi incontri in Abruzzo aperti ai medici di base, ai Cardiologi del territorio e ai Cardiologi ospedalieri della zona. Il Centro Cardiochirurgico di riferimento per Lanciano ha una lista d’attesa lunga e non sempre riesce a soddisfare le richieste del territorio. Il Congresso vuole dunque essere un’occasione di incontro tra gli specialisti abruzzesi e quelli di Humanitas, in cui il direttore dell’Ospedale di Lanciano presenterà i bisogni che difficilmente trovano una soluzione pronta in sede; gli specialisti di Humanitas offriranno la loro disponibilità nella soluzione dei problemi, per quanto è possibile. L’organizzazione efficiente e agile di Humanitas consente di rispondere in tempi molto brevi alle richieste di ricovero, completamento della diagnosi e eventuale intervento.
Il fatto poi che tutto il percorso diagnostico, terapeutico e di riabilitazione postoperatoria si svolga in una singola sede agevola certamente il paziente, a maggior ragione quello che arriva da lontano.
Una nostra peculiarità di cui andiamo orgogliosi è che da tempo in Humanitas viene scelto per il paziente il trattamento più adeguato, dopo discussione collegiale del singolo caso.
Come procedete?
Il nostro Dipartimento Cardiologico mette a disposizione del paziente non solo l’alta professionalità dei medici, ma anche gli strumenti diagnostici tecnologicamente molto avanzati che consentono di arrivare a una diagnosi accurata in breve tempo. Mediamente nel giro di uno-due giorni abbiamo concluso la parte diagnostica. A questo punto con tutti gli elementi a disposizione discutiamo collegialmente quale sia per il singolo paziente la soluzione più opportuna. Quando vi è la possibilità di trattare il paziente con metodiche differenti, il caso viene discusso tra medici di specialità affini ma diverse (come il Cardiologo clinico, il Cardiologo interventista, l’Elettrofisiologo e il Cardiochirurgo) per riconoscere la strada migliore: questo si chiama Heart Team.
Quali sono i vostri ambiti di intervento?
Ci occupiamo di Cardiologia e Cardiochirurgia nell’adulto. In particolare interveniamo su: malattie coronariche (cardiopatie ischemiche), malattie delle valvole (prevalentemente insufficienza mitralica e stenosi aortica), aneurismi aortici e trattamento dello scompenso cardiaco. Per ognuna di queste patologie abbiamo opzioni diverse tra cui scegliere. Nei pazienti con malattia della valvola aortica abbiamo a disposizione sia la chirurgia tradizionale che comporta l’uso della circolazione extra-corporea, sia gli impianti di protesi attraverso un’incisione di formato ridotto e senza la circolazione extra-corporea o addirittura senza incisione, ma attraverso un catetere inserito in arteria. Ogni metodica ha vantaggi e svantaggi e viene utilizzata ad hoc. Nel caso di insufficienza mitralica per esempio è ormai rara la sostituzione della valvola, nella maggioranza dei casi si procede a riparazione con un intervento con taglio tradizionale (sternotomia) o con un taglio più piccolo e strumenti dedicati utilizzando l’approccio mininvasivo video-assistito. I pazienti hanno esigenze diverse di cui teniamo conto. In una giovane donna l’estetica di un taglio quasi invisibile può essere importante. Un paziente affetto da osteoporosi avrà un decorso più rapido con un taglio piccolo, lo stesso vale per un paziente già operato al cuore per altra patologia. Per i pazienti che non possono sottoporsi a intervento chirurgico, si può ricorrere al sistema Mitraclip, che è tuttora riservato ad alcuni Centri come il nostro; consiste nel raggiungere il cuore per mezzo di un catetere attraverso le vene e nell’applicare sulla mitrale una clip che aggancia i due lembi e annulla così l’insufficienza mitralica.
Anche per gli aneurismi dell’aorta ci sono possibilità terapeutiche diverse secondo la sede e l’estensione della malattia. In alcuni casi si procede per via endovascolare, coinvolgendo nell’intervento anche i colleghi della Radiologia. In tutti questi trattamenti abbiamo sviluppato una vasta esperienza e i nostri risultati sono in linea con le migliori casistiche.
Lo scompenso cardiaco avanzato è una situazione molto rischiosa e spesso richiede trattamenti combinati alla cui gestione collaborano specialisti diversi (sempre il cardiologo clinico e spesso l’elettrofisiologo) a cui talora anche noi Cardiochirurghi possiamo portare un contributo con l’uso delle assistenze meccaniche al circolo; il nostro è l’unico Centro italiano con esperienza nell’uso del Circulite, il sistema di assistenza cardiaca impiantabile più miniaturizzato esistente.
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici