COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Centralino
+39 02 8224 1

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

Prenotazioni Private
+39 02 8224 8224

Prenota una visita in privato o con assicurazione telefonicamente, oppure direttamente online

Centri

IBD Center
0282248282
Dipartimento di Gastroenterologia
02 8224 8224
Ortho Center
02 8224 8225
Cancer Center
02 8224 6280
Centro Odontoiatrico
0282246868
Cardio Center
02 8224 4330
Centro Obesità
02 8224 6970
Centro Oculistico
02 8224 2555

Le prospettive nella chirurgia mininvasiva del tumore al polmone: un workshop in Humanitas

“Future perspectives in minimally invasive lung sparing surgery”: questo il titolo del workshop internazionale che si è tenuto in Humanitas giovedì 11 e venerdì 12 maggio, diretto alla dottoressa Giulia Veronesi, Responsabile della Sezione di Chirurgia Robotica – Chirurgia toracica in Humanitas, dal professor Marco Alloisio, Responsabile di Chirurgia Toracica in Humanitas e dal dottor Piergiorgio Solli.

Come ci spiega la dottoressa Giulia Veronesi: “Il workshop è un importante momento di confronto e formazione. Negli ultimi anni, la diagnosi precoce del tumore al polmone ha permesso di scoprire tumori sempre più piccoli. Questo richiede ai chirurghi un adattamento delle procedure di intervento e dell’estensione della resezione polmonare. Oggi infatti puntiamo a una resezione sublobale, capace di risparmiare in maniera significativa tessuto sano”.

L’evoluzione della chirurgia

“La chirurgia toracica ha fatto grandi progressi, andando sempre di più nella direzione del risparmio del tessuto sano polmonare, un po’ come è avvenuto per il tumore della mammella. Una volta infatti, la soluzione chirurgica praticata era l’asportazione del polmone (pneumonectomia) con un intervento open, a cielo aperto. Si è poi passati alla lobectomia, quando si è scoperto che si poteva asportare solo parte del polmone (lobo), ottenendo gli stessi risultati dell’asportazione parziale, sempre con un’operazione di tipo open. L’evoluzione tecnologica e tecnica ci ha poi portati alla videotoracoscopia (VATS) per lobectomia e infine alla segmentectomia in videotoracoscopia, con importante riduzione delle complicanze e della mortalità postoperatorie.

Questo tipo di intervento però non è facile e il rischio è che, senza un’adeguata preparazione, i chirurghi ricorrano all’approccio open anziché affidarsi alle più moderne e vantaggiose tecniche di videotoracoscopia tradizionale o robotica con segmentectomia con approccio mininvasivo”.

Obiettivo e temi del workshop

“Il workshop è stato l’occasione per confrontare la videotoracoscopia tradizionale con quella robotica, valutare quando una tecnica sia più appropriata di un’altra, ricevere un aggiornamento circa le novità tecnologiche, soprattutto robotiche.

Abbiamo dedicato spazio agli strumenti diagnostici, come la navigazione broncoscopica che consente di individuare anche noduli molto piccoli, e a trattamenti non invasivi come la radioterapia stereotassica.

Abbiamo fatto inoltre il punto sullo screening per il tumore al polmone, un tema che ci è caro e sul quale stiamo molto lavorando affinché lo screening sia diffuso in Europa, così come lo è già negli Stati Uniti; un tema complesso perché ci troviamo in un contesto di risorse economiche limitate e spese sanitare sempre più ingenti”, sottolinea la dottoressa Veronesi.

Una chirurgia sempre più di precisione

Ampio spazio alla chirurgia, con una sessione video in cui sono stati presentati differenti tecniche, che si avvalgono di nuove strumentazioni come la suturatrice meccanica.

“La resezione chirurgica è sempre più personalizzata, spetta al chirurgo valutare caso per caso come procedere, anche tenendo conto dei fattori di rischio del paziente, come la densità del nodulo alla TC, la dimensione e la posizione, questi ultimi due dati in particolare sono fondamentali per scegliere se intervenire sul lobo o sul segmento polmonare”, conclude la dottoressa Veronesi.

 

 

 

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici