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Tumori midollari, come la tecnologia aiuta la chirurgia spinale

Nelle sale operatorie di Humanitas Neuro Center gli specialisti possono avvalersi del doppio imaging: questa è solo una delle tecnologie che aiutano la chirurgia spinale, come hanno spiegato il dottor Maurizio Fornari, Responsabile di Neurochirurgia in Humanitas, e il dottor Francesco Costa, neurochirurgo, in un servizio su Buongiorno Regione Lombardia all’interno del TGR, andato in onda lo scorso 19 aprile.

Gli specialisti hanno a loro disposizione contemporaneamente le immagini virtuali e dinamiche della colonna vertebrale ottenute con la risonanza magnetica eseguita prima dell’intervento e le immagini statiche della TC, catturate durante l’operazione. La loro sovrapposizione, insieme alla chirurgia computerizzata assistita con navigazione, permette una visione inedita della lesione e dell’area interessata dall’intervento.

“Questa navigazione consente una precisione anatomica che aiuta a individuare il tumore, come avviene per esempio nel caso di tumori intramidollari, molto delicati vista la sede, e a minimizzare gli insulti chirurgici sul midollo stesso”, spiega il dottor Francesco Costa, neurochirurgo in Humanitas.

I vantaggi della fusione di immagini

“Questa fusione di immagini è particolarmente efficace sui tumori primitivi del midollo spinale, ma anche sui tumori primitivi vertebrali. Consente un approccio più mirato e la radicalità va confermandosi con maggiore precisione già durante l’intervento. Inoltre permette di evitare di arrecare danni a strutture funzionalmente molto importanti , come i nervi o i vasi: la colonna infatti, soprattutto nel segmento cervicale, ma anche in quello lombo-sacrale, è contornata da strutture vascolari arteriose e venose estremamente delicate”, aggiunge il dottor Maurizio Fornari, Responsabile di Neurochirurgia in Humanitas.

Planning informatizzato in 3D per gli interventi

Grazie all’innovazione tecnologica si aprono nuove strade anche nel trattamento di dischi e vertebre per la correzione di curvature della colonna dovute all’età e alle patologie degenerative.

Uno degli strumenti più efficaci è il planning informatizzato in 3D per gli interventi, come spiega il dotto Costa: “L’esame del paziente viene importato in un software e viene simulato per esempio un tipo di osteotomia rispetto a un altro, per valutare il possibile risultato prima che venga eseguito l’intervento”.

“Le evoluzioni andranno avanti e le implementazioni tecnologiche aiuteranno molto, a oggi ci sono dei ristretti anatomici che sono un po’ più difficili da raggiungere in maniera sicura, ma con la navigazione, con l’imaging intraoperatorio, e non in un futuro troppo lontano, con la chirurgia robotica applicata alla chirurgia spinale, si minimizzeranno questi limiti e si amplieranno le scelte terapeutiche e chirurgiche”, conclude il dottor Costa.
Guarda il servizio completo dal minuto 22.45, clicca qui.

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