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Il cinema come terapia

Il cinema, come riassunto delle altre forme d’arte, è in grado di suscitare forti emozioni e può diventare uno strumento per comprendersi di più. La Fondazione Humanitas e MediCinema hanno avviato un ciclo terapeutico di riabilitazione neurologica basato sulla visione di una serie di film in prima visione. Ne ha parlato il Dott. Bruno Bernardini, Responsabile di Riabilitazione Neurologica di Humanitas, durante la trasmissione Life.

In che cosa consiste il progetto?

L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra MediCinema e Istituto Clinico Humanitas, è partita tre anni fa con un progetto che si proponeva di inserire una serie di film in prima visione all’interno di una routine terapeutica di riabilitazione.

Nonostante la novità non fosse assoluta, la terapia applicata sui pazienti neurologici era invece un esperimento del tutto nuovo. I film in prima visione erano rivolti sia ai pazienti sia ai parenti, proprio per creare un momento di partecipazione in una situazione delicata come quella della riabilitazione neurologica, che può durare diverse settimane, ma anche qualche mese.

Si tratta di un periodo gravato da tutta una serie di ansie e incertezze per quanto riguarda il recupero. Introdurre quindi le storie raccontate nei film poteva in qualche modo allentare ansia e stress del paziente.

Quali sono gli effetti benefici?

È innegabile che il paziente, ma anche lo spettatore in generale, senta il bisogno di ritrovare nella pellicola qualcosa che gli rammenti una necessità, un bisogno o una storia in cui identificarsi. Un fatto che riesca a scuotere il torpore entrando in empatia con il personaggio può avere un ritorno benefico per la persona che guarda.

Gli effetti benefici sono determinati dalla capacità distraente da una condizione personale vissuta con ansia, ma sono determinati anche dalla capacità di proiettarsi nel futuro, infondendo speranza nel malato.

Inoltre, il cinema all’interno di un reparto di riabilitazione arricchisce l’ambiente di stimoli poiché si condividono le storie: è una simulazione che attiva il punto di vista cognitivo, facilitando i rapporti sociali.

Grazie alla capacità di raccontarsi che il cinema è in grado di infondere, anche chi lavora con i pazienti percepisce un contesto in cui c’è uno scambio più umano e meno “medico” e distaccato.

Proprio per questo la Fondazione Humanitas sta continuando a riproporre il cinema: è previsto un altro ciclo di film, con l’intento di rinnovare i successi ottenuti nell’esperienza passata.

Il progetto è supportato da una psicologa che supervisiona gli eventuali effetti negativi. C’è infatti la possibilità di effetti collaterali, nonostante il film non costituisca un vero e proprio farmaco.

Quali sono i film che riscuotono più successo durante la terapia?

Durante il primo ciclo di film è stato osservato come l’effetto pausa sia di fondamentale importanza per il malato, in quanto crea una sorta di sospensione dal disagio causato dalla malattia. Proprio per questo, hanno molto successo le commedie, che creano un effetto di distensione dal dolore e dal pensiero negativo del paziente.

Film di questo genere sono in grado di scuotere lo spettatore nel profondo, regalandogli un’esperienza intensa. Per questo motivo il cinema è stato scelto come il linguaggio ideale per comunicare con il paziente.

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici