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Timomi e tumori del timo


Il timo è una piccola ghiandola situata dietro lo sterno. Fa parte del sistema linfatico e ha il compito di produrre e trasportare i linfociti T, un tipo di globuli bianchi fondamentali nella risposta dell’organismo alle infezioni virali, e stimolare i linfociti B a produrre anticorpi contro i batteri. I timomi, ovvero i tumori della ghiandola chiamata timo, sono rari e rappresentano meno dell’1% di tutti i carcinomi. Colpiscono in genere nella fascia di età tra 40 e 60 anni, senza differenze significative tra uomini e donne, mentre i carcinoidi timici si presentano più frequentemente negli uomini rispetto alle donne.

Cosa sono i timomi?

Esistono tre forme principali di tumori della ghiandola timica, di cui la più frequente è il timoma (circa il 90% di tutti i timomi), mentre più rari sono il carcinoma timico e il carcinoide timico. I timomi originano dalle cellule del tessuto epiteliale che rivestono il timo, si sviluppano lentamente e, solo nei casi di timomi più aggressivi, si diffondono al di fuori del timo (polmoni e pleura in particolare). Il carcinoma timico, che rappresenta circa il 5-10% di tutti i tumori del timo, deriva dalle cellule epiteliali che rivestono il timo che però, all’analisi al microscopio appaiono molto diverse dalle cellule timiche normali. I carcinomi timici sono caratterizzati da una rapida crescita e diffusione in altre sedi. Il carcinoide timico, invece, è un raro tumore neuroendocrino, ovvero che origina da cellule che producono gli ormoni e che rivestono gli organi dell’apparato digerente e i polmoni. È caratterizzato da una lenta evoluzione e da una tendenza maggiore a diffondersi in altre sedi o a ripresentarsi (recidivare) rispetto ai timomi. I carcinoidi timici sono spesso associati a una rara malattia genetica, la sindrome di neoplasia endocrina multipla tipo 1 (MEN-1), caratterizzata da una iperproduzione di ormoni da parte delle ghiandole paratiroidee, della ghiandola pituitaria e del pancreas.

Quali sono i fattori di rischio per i timomi?

Non sono ancora completamente noti i fattori di rischio che causano la comparsa dei timomi. È noto però che alcune persone affette da timoma sono anche portatrici di altre malattie quali aplasia eritrocitaria o ipogammaglobulinemia (una forma di anemia), carenza di gammaglobuline immunizzanti che aumenta la suscettibilità dell’organismo alle infezioni o disturbi autoimmuni (miastenia grave). Si stima che la miastenia grave sia presente in almeno il 30% dei casi, e sia la causa della grave debolezza muscolare che si può riscontrare nei pazienti con diagnosi di timoma, e che spesso interessa i muscoli che controllano i movimenti oculari e palpebrali, la mimica facciale e la deglutizione. La diagnosi di queste patologie porta a volte alla scoperta di un timoma.

Quali sono i sintomi dei timomi?

In genere, i timomi sono asintomatici e vengono scoperti a seguito di esami per altri motivi. Quando è presente una sintomatologia, i timomi spesso si manifestano con:

  • tosse persistente
  • debolezza muscolare (miastenia)
  • compressione o dolore toracico
  • difficoltà respiratoria

I carcinoidi timici, quando sono caratterizzati da una ipersecrezione di ACTH, una sostanza che provoca un eccesso di produzione di cortisolo e di altri ormoni da parte delle ghiandole surrenali, possono manifestarsi con:

  • aumento ponderale (del peso)
  • debolezza muscolare
  • diabete
  • aumento dei peli superflui su viso e corpo
  • cute assottigliata o imbrunita

Come si diagnosticano i timomi?

La diagnosi di timoma o altro tumore del timo, si avvale di esami diagnostici per stabilire sede, dimensioni, forma e diffusione del tumore al di fuori della ghiandola. Gli esami strumentali possono prevedere tutti o solo alcuni dei seguenti esami:

  • Radiografia del torace 
  • TAC 
  • RMN (Risonanza Magnetica Nucleare)
  • PET (Tomografia a emissione di positroni)
  • Scintigrafia: solo in caso di sospetto carcinoide timico, l’esame viene effettuato per la ricerca dei recettori della somatostatina, una sostanza che sopprime gli ormoni della crescita, del metabolismo e della digestione, di cui spesso questi tumori sono ricchi. La scintigrafia prevede la somministrazione al paziente di un’iniezione dell’analogo sintetico della somatostatina (octreotide) marcato con una sostanza radioattiva in modo da rivelare l’eventuale presenza dei recettori sulle cellule tumorali indicando così la sede e le dimensioni del tumore.
  • Biopsia: è l’esame fondamentale per la diagnosi dei tumori del timo e prevede il prelievo di un campione di tessuto dal tumore per l’analisi al microscopio. Il prelievo si può effettuare tramite agobiopsia (con un sottile ago) sotto guida TAC o tramite biopsia chirurgica (con una piccola incisione sul torace e prelievo del campione per via toracoscopica). Sulla base dell’analisi anatomopatologica, è possibile definire il grado del tumore e quindi la scelta del trattamento: tumore di basso grado, significa che le cellule tumorali assomigliano a quelle normali e crescono lentamente; tumore di alto grado, le cellule tumorali sono molto diverse dalle quelle normali e crescono rapidamente.

Trattamenti

Il trattamento dei tumori del timo dipende dal tipo di tumore, dallo stadio della malattia e dallo stato di salute generale del paziente. I trattamenti per i timomi e altri tipi di tumori del timo prevedono opzioni terapeutiche che comprendono la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia.

Chirurgia

È il trattamento più comune in tutti i tipi di tumore del timo effettuato allo scopo di rimuovere il tumore. In genere, la chirurgia è l’unico trattamento previsto nei tumori circoscritti al timo (stadio I), ma è effettuata anche nei tumori che hanno invaso i tessuti adiacenti al timo (stadio II), gli organi vicini (stadio III) o la cavità toracica (stadi IV).

Referente per il trattamento chirurgico è il Prof. Giuseppe Marulli.

Chemioterapia e Radioterapia

La chemioterapia e/o la radioterapia possono essere somministrate prima dell’intervento chirurgico per ridurre la massa tumorale (chemioterapia/radioterapia neoadiuvante), oppure dopo l’intervento chirurgico (chemioterapia/radioterapia adiuvante) per prevenire le recidive. In pazienti selezionati, con timoma localmente avanzato o metastatico può essere scelta la somministrazione di una combinazione di farmaci chemioterapici e/o un trattamento radioterapico a scopo radicale. Nei pazienti non operabili, la radioterapia viene utilizzata anche per alleviare i sintomi. In pazienti selezionati la radioterapia stereotassica corporea può essere utilizzata per il trattamento a dosi ablative di recidive locali o a distanza. 

Ormonoterapia

Nei tumori carcinoidi del timo, un’opzione di trattamento è la somministrazione di un ormone sintetico, l’octreotide, che controlla i sintomi associati agli ormoni e può potenzialmente rallentare la crescita della malattia.

Protocolli di ricerca clinica

I protocolli di ricerca clinica prevedono l’utilizzo controllato di nuove terapie non ancora approvate ufficialmente, allo scopo di determinare la sicurezza e l’efficacia di una terapia non sempre per curare il paziente, ma anche per prolungare la vita o migliorarne la qualità. I protocolli di ricerca clinica possono prevedere la somministrazione di nuove molecole di diversa origine (chemioterapici o terapie biologiche), mirata al meccanismo di proliferazione cellulare tipico di un preciso tipo di neoplasia (farmaci “intelligenti”). 

Per maggiori informazioni e capire quali protocolli possono essere adatti al proprio caso, è opportuno che il paziente si rivolga al proprio medico di fiducia.

Referente per l’oncologia medica nei timomi è il Prof. Andrea Zucali.

Gruppo multidisciplinare

In Humanitas è attivo un gruppo multidisciplinare con oncologi, radiologi, chirurghi, medici nucleari e radioterapisti, anatomopatologi e case manager dedicato alla cura dei tumori del timo. L’approccio terapeutico multidisciplinare è ancora più importante perché i timomi e gli altri tumori del timo sono neoplasie rare e richiedono le competenze di un team di specialisti esperti.

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