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Orzaiolo e calazio: come distinguerli e come curarli

Orzaiolo e calazio sono due disturbi a carico dell’occhio che, sebbene possano sembrare molto simili, hanno però origine diversa. Ne ha parlato la dottoressa Alessandra Di Maria, Referente malattie di orbita, palpebre e vie lacrimali in Humanitas, in un’intervista al Corriere della Sera.

L’orzaiolo

L’orzaiolo non è doloroso ed è dovuto all’infiammazione delle ghiandole di Zeiss, piccole ghiandole sebacee presenti alla base delle ciglia. Nella maggior parte dei casi, l’infiammazione deriva da un’infezione batterica da stafilococco, che porta alla formazione di una sorta di brufolo bianco-giallastro, alla radice di un ciglio.

Il calazio

“Il calazio è invece una cisti che si forma in seguito a un’infiammazione che si cronicizza delle ghiandole del Meibonio, che producono la componente lipidica (grassa) delle lacrime. Il dotto escretore di queste ghiandole può occludersi con il risultato che il prodotto della ghiandola, anziché essere eliminato nel film lacrimale, si accumula e la ghiandola aumenta di volume, dando infiammazione, gonfiore e dolore. Se di grosse dimensioni, l’appoggio della palpebra ispessita può addirittura indurre astigmatismo.

Qualora si abbia a che fare con calazi persistenti, che tendono a recidivare, occorre considerare che, in circa l’8% dei casi, il calazio può essere in realtà un linfoma e, per fortuna molto di rado, un carcinoma sebaceo: condizioni da non sottovalutare, soprattutto in presenza di sintomi sospetti, come colorazione rosa salmone della congiuntiva o ulcerazione”, ha spiegato la dottoressa Di Maria.

La diagnosi e la cura

Per la diagnosi è sufficiente una valutazione clinica.

L’orzaiolo tende a guarire spontaneamente: il foruncolo si apre all’esterno e il materiale al suo interno fuoriesce. Possono essere utili, per agevolare la guarigione e contrastare l’infezione salviette disinfettanti, pomate o colliri antibiotici. Raramente l’orzaiolo si cronicizza, in questi casi può rendersi necessaria l’asportazione chirurgica.

La cura del calazio prevede invece l’uso di unguenti a base di antibiotici, per contrastare eventuali sovrainfezioni batteriche, e di cortisonici, per ridurre il gonfiore delle pareti del dotto escretore delle ghiandole e aiutare così la fuoriuscita del secreto.

Se questa opzione non risulta risolutiva, occorre un piccolo intervento chirurgico in regime ambulatoriale per rimuovere il calazio. “A discrezione della sede del calazio e del giudizio del chirurgo, l’operazione verrà effettuata attraverso la congiuntiva oppure per via transcutanea e condotta in anestesia locale, ma nei bambini potrebbe essere necessaria un’anestesia generale, per cui occorre valutare con molta attenzione i pro e i contro di un eventuale intervento”, ha concluso la dottoressa Di Maria.

Specialista in Oftalmologia

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