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Dermatite atopica e mascherine: come proteggere la pelle del viso

La dermatite atopica è una patologia fastidiosa e invalidante, che in Italia riguarda 35.000 pazienti adulti all’anno e che si presenta in forma di escoriazioni, prurito intenso, arrossamenti della pelle e lesioni cutanee che possono a lungo termine condurre a infezioni.

In questi mesi stiamo tutti indossando un dispositivo indispensabile per la sicurezza individuale e sociale: la mascherina protettiva. Che si tratti di mascherine chirurgiche o di stoffa, fino ad arrivare a quelle con protezione maggiore, come le FFP2 e FFP3, a lungo andare il loro utilizzo può provocare dei fastidi alla pelle e le persone affette da dermatite atopica, in particolare, possono sviluppare fastidiosi e sgradevoli sfoghi sul viso, a cui è opportuno fare fronte per una migliore qualità della vita. 

Ne parliamo con il professor Antonio Costanzo, responsabile dell’Unità di Dermatologia in Humanitas e docente di Humanitas University.

Dermatite atopica: i sintomi 

La dermatite atopica è una patologia che non fa differenza d’età e, anzi, è molto frequente nella prima infanzia, anche se i bambini superano la patologia con molta più facilità degli adulti e hanno un tasso di guarigione pari all’80%. La dermatite atopica provoca nei pazienti arrossamenti e forte prurito, che possono sfociare in lesioni su varie parti del corpo, dalle pieghe delle braccia e delle gambe, a punti più visibili, come il dorso delle mani o persino il viso. Le zone di localizzazione, però, possono variare sia in base all’età sia in base alle attività lavorative e quotidiane che si svolgono e che possono stimolare in maniera differentemente il sistema immunitario.
La dermatite atopica si può associare anche ad altre condizioni allergiche, come l’asma, la rinite o le allergie alimentari.

In virtù dei suoi sintomi, la dermatite atopica è una minaccia per la qualità della vita dei pazienti, disturbati in modo continuativo da un prurito spesso tale da impedire anche il riposo notturno. Lo stress che deriva dalla mancanza di sonno, dal continuo prurito e dalla presenza delle chiazze eritematose in zone visibili, possono condurre a stati d’ansia e, nei casi più gravi, depressione.

La patologia può avere un peggioramento se la pelle irritata entra a contatto con allergeni: evitare le sostanze a cui si sa di essere sensibili, dunque, favorisce la guarigione. Di particolare importanza anche mantenere la pelle idratata, in modo che vi sia un’ulteriore barriera contro gli allergeni. 

Le cure per la dermatite atopica

Per quanto riguarda il trattamento, tra i farmaci a disposizione figura l’Upadacitinib, utilizzato anche nel trattamento dell’artrite reumatoide, che ha un’azione di controllo sui sintomi più comuni della patologia. 

Al 29° Congresso europeo di Dermatologia, tenutosi in modalità virtuale dal 29 al 31 ottobre, sono stati inoltre presentati i risultati ottenuti da altri inibitori, i Jak inhibitors, e da farmaci biologici come gli anticorpi monoclonali, la cui azione è diretta contro i fattori che scatenano l’infiammazione e il prurito (IL-13, IL-4, IL-31).

“Nei prossimi anni avremo dunque a disposizione più opzioni terapeutiche per la dermatite atopica: una malattia che nelle forme più gravi si accompagna a un profondo disagio nei pazienti”, sottolinea il professor Costanzo.

Mascherina protettiva e dermatite: un rapporto complicato

Le mascherine con cui ci proteggiamo da Covid-19 e il cui uso è necessario per garantire la salute nostra e di chi ci sta intorno, sono tendenzialmente prodotte con materiali sintetici, composti da sostanze allergeniche, coloranti e igienizzanti, che possono irritare la pelle e provocare prurito e rossori, peggiorando i sintomi di chi già soffre di dermatite atopica. Inoltre, l’azione della mascherina, per essere effettiva, deve avere un effetto occludente, che provoca però un’alterazione del microambiente cutaneo aumentandone l’umidità e, dunque alterando la barriera cutanea che ci protegge naturalmente. In questo modo si può verificare sia un aumento della secchezza delle pelle, sia sovrainfezioni batteriche.

Anche il contatto della pelle con mascherine che effettuano una pressione particolare sul viso (per esempio sul naso, o le mascherine FFP2 e FFP3) può essere dannoso e provocare erosioni cutanee che, su una pelle già affetta da dermatite atopica, possono risultare particolarmente dolorose.

Particolarmente importante è quindi idratare bene la pelle, perché nei pazienti con dermatite atopica la barriera cutanea fatica a tenere lontano gli allergeni e consultare il dermatologo in caso di necessità.

Proteggere la pelle: alcune buone norme per tutti

L’uso della mascherina potrebbe determinare fastidi anche in chi non soffre di dermatite atopica. Ecco alcuni consigli per favorire la salute della pelle. 

Per prima cosa è fondamentale mantenere sempre la pelle adeguatamente idratata, applicando con continuità le creme, i lenitivi e all’occorrenza i cortisonici locali prescritti dal medico.

Anche la scelta della mascherina è importante: questa, infatti, deve essere di una dimensione corretta per il proprio viso,  non troppo larga, altrimenti perde in efficacia, ma neppure troppo stretta. L’ideale, dunque, sarebbe che la mascherina aderisse correttamente al viso, seguendone la forma senza schiacciare eccessivamente alcune parti, come per esempio il naso o gli zigomi o, nel caso degli elastici, il padiglione auricolare. 

Le donne, inoltre, dovrebbero limitare l’utilizzo di make up, che già in condizioni normali può provocare un aumento dell’irritazione e, in concomitanza con l’utilizzo della mascherina, rischia di occludere ulteriormente i pori.

Specialista in Medicina Interna e Dermatologia

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