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Emicrania


L’emicrania è la forma di mal di testa più comune. Si presenta con un dolore acuto o pulsante che solitamente inizia nella parte anteriore o su un lato della testa. L’attacco può salire di intensità, estendersi alla regione frontale, coinvolgendo la fronte e le tempie. Può durare poche ore o persino giorni, con sintomi variabili da soggetto a soggetto, che possono essere in molti casi insopportabili: dolore pulsante, nausea, vomito, sensibilità alla luce e ai suoni. Talvolta l’emicrania è preceduta da alcuni segnali, come lampi di luce o formicolio alla gamba o al braccio. Il soggetto colpito da emicrania deve spesso ricorrere al riposo completo in un ambiente tranquillo, isolato e buio. L’emicrania è definita cronica quando presenta sintomi per almeno 15 giorni al mese per tre mesi successivi. Le donne hanno tre volte più probabilità di avere emicranie. Nei casi di maggiore gravità è bene ricorrere alle cure del medico, evitando l’uso di farmaci in maniera incontrollata.

Che cos’è l’emicrania?

L’emicrania è una forma ricorrente di mal di testa. Si stima che in Italia 8 milioni di persone ne soffrano, in maniera episodica oppure ricorrente. Circa il 10-12% della popolazione in generale ha un attacco di emicrania almeno una volta nella vita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha inquadrata come la seconda patologia più disabilitante per il genere umano e la terza più frequente.

L’emicrania appartiene alla famiglia delle cefalee. Per riconoscerla si può far riferimento ad alcune caratteristiche: l’emicrania si presenta generalmente, ma non esclusivamente, a un solo lato della testa (unilateralità); produce dolore intenso, pulsante, inabilitante; peggiora con il movimento.

L’emicrania può manifestarsi con o senz’aura. L’aura è un sintomo che precede o si associa all’attacco emicranico ed è caratterizzato da improvvisi lampi di luce (scotoma scintillante). Il paziente avverte dei flash di luce, annebbiamenti ad uno o ad entrambi gli occhi, formicolio agli arti, rigidità del collo, difficoltà nel parlare. Nel corso dell’attacco di emicrania, circa il 70% dei pazienti riferisce di non riuscire a fare nulla, mentre il 60% degli interessati da questa patologia hanno il costante timore dell’insorgenza della sintomatologia.

Quali sono le cause dell’emicrania?

L’emicrania è provocata da un meccanismo fisiopatogenetico complesso in cui gioca un ruolo fondamentale una proteina, il peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), che dilata i vasi sanguigni e modula il segnale doloroso nel sistema nervoso. Durante l’attacco di emicrania i livelli di questa proteina aumentano significativamente.

Le cause dell’emicrania non sono ancora del tutto chiare. È certo che più fattori giochino un ruolo determinante: predisposizione genetica, fattori esterni, patologie sistemiche, fattori ormonali. Studi scientifici hanno evidenziato la relazione tra questa tipologia di mal di testa e alterazioni biochimiche a carico del cervello, che interferiscono con i meccanismi di trasmissione dei segnali nervosi.

Talvolta è stata segnalata la correlazione tra emicrania è il consumo di alcuni alimenti o bevande. Sicuramente c’è un legame con stress, disturbi del sonno, cambiamenti climatici, uso di alcuni farmaci, problemi fisici. Generalmente viene valutata la familiarità del problema: se in famiglia ci sono casi di emicrania ricorrente le probabilità che il disturbo si presenti aumentano. 

Quali sono i sintomi dell’emicrania?

I sintomi dell’emicrania possono dividersi in due categorie. Quelli che precedono l’attacco emicranico (detti prodromici) e quelli che accompagnano l’attacco vero e proprio.

Uno o due giorni prima si possono manifestare:

  • Irritabilità
  • Stitichezza
  • Depressione o maggiore appetito
  • Rigidità del collo
  • Disturbi visivi tipici dell’aura: lampi di luce, abbagliamento.
  • Disturbi motori e del linguaggio
  • Formicolio a braccia e gambe

I sintomi dell’attacco emicranico hanno una variabilità soggettiva, sia in quanto a durata che in quanto a intensità, e possono includere:

Dolore pulsante concentrato in uno o più punti della testa, in particolare nella parte anteriore, frontale o laterale. In genere unilaterale, ma può anche essere bilaterale, di intensità medio forte e della durata da 4 a 72 ore.

Al termine della fase dolorosa segue una fase debilitante caratterizzata da:

  • Stanchezza
  • Inappetenza
  • Vertigini
  • Stipsi
  • Diuresi

Diagnosi

I pazienti che lamentano una forma di mal di testa non dovrebbero sottovalutare il problema e dovrebbero invece fare riferimento ai Centri specializzati per una visita neurologica che possa individuare il tipo di cefalea e impostare il trattamento più idoneo. 

Trattamenti

È a disposizione la prima terapia profilattica mirata per l’emicrania. Si tratta di Erenumab, Galcanezumab o Fremanezumab: degli anticorpi monoclonali che contrastano l’effetto di vasodilatazione e impediscono così lo scatenarsi della crisi. È una terapia preventiva che il paziente effettua una volta al mese tramite iniezione sottocutanea e che permette di ridurre il numero degli attacchi e l’assunzione di farmaci nella fase di sintomatologia acuta. Sono farmaci molto efficaci, che hanno meno effetti collaterali rispetto alle altre terapie di prevenzione disponibili.

Agli anticorpi monoclonali può associarsi la tossina botulinica, che può essere anche utilizzata da sola, e che è utile per migliorare il trattamento dell’emicrania cronica. Viene somministrata con un protocollo di iniezioni in punti specifici di testa e collo, che si effettuano ogni tre mesi in ambito ospedaliero.

Prima di impostare la terapia è importante individuare e rimuovere i potenziali fattori scatenanti e aggravanti della patologia, che possono essere ambientali, alimentari, psicologici, farmacologici e lavorativi.

È inoltre sempre consigliato a chi soffre di mal di testa di assumere uno stile di vita equilibrato. È importante mantenersi idratati, avere un’alimentazione bilanciata, regolare il ritmo sonno-veglia e praticare abitualmente attività fisica.

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