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Onde d’urto e cellule staminali per rigenerare i tessuti

 

Rigenerare i tessuti danneggiati da ulcere, piaghe o ferite. Stimolare alla guarigione le fratture che non guariscono. Intervenire sui tendini ‘sfilacciati’. Tutto questo è possibile grazie alle onde d’urto, metodica sicura, non invasiva e priva di effetti collaterali, con la cui applicazione si riattivano i processi di autoriparazione del nostro organismo. Le onde d’urto permettono di curare le malattie dell’osso, ad esempio fratture che non guariscono (pseudoartrosi e ritardi di consolidazione) e vascolari dell’osso come le osteonecrosi, ma anche patologie dei tessuti molli (tendini, legamenti, pelle, muscoli, piaghe, ferite e cellulite). Le nuove frontiere delle onde d’urto sono al centro del Convegno internazionale in programma il 26, 27 e 28 giugno presso il Centro Congressi di Humanitas, che ospiterà centinaia di ortopedici, fisiatri, chirurghi plastici ed altri specialisti coinvolti nel settore, così come anche ricercatori di base, provenienti da ogni parte del mondo. Tra le principali novità presentate:

Onde d’urto e cellule staminali

“Il nostro organismo – spiega la dott.ssa Cristina D’Agostino, responsabile del Servizio di Terapia Onde d’Urto di Humanitas e Presidente della Società Internazionale di Terapia Onde d’Urto (ISMST) – è già geneticamente predisposto a riparare i tessuti in seguito ad una ferita, ad una contusione o un trauma. La stimolazione di alcune cellule, le staminali, incaricate di rigenerare i tessuti lesi, attiva segnali che partono dalla periferia e raggiungono il cervello mettendo in moto meccanismi di riparazione. La vera novità in questo campo, è l’osservazione e la dimostrazione scientifica di come una stimolazione meccanica (quale l’onda d’urto), possa produrre effetti biologici, utilissimi in ambito terapeutico”.

“Nella scienza e metafisica, dai tempi di Ermete Trismegisto fino ai nostri giorni, vi è evidenza che la stimolazione meccanica, è alla base della vita, dell’evoluzione e dei processi che regolano la sopravvivenza degli esseri viventi- spiega l’ortopedico cileno Manuel Branes, fra i protagonisti del Convegno -. Si è passati, infatti, dai microrganismi all’uomo per variazione di pressione atmosferica. Il nostro organismo si è evoluto dal punto di vista filogenetico sotto l’influenza della stimolazione meccanica”.

Ricerca: onde d’urto & macrofagi

Per la prima volta, nel corso del Convegno, viene presentato uno studio sulla stimolazione dei macrofagi attraverso le onde d’urto. I macrofagi sono cellule del sistema immunitario che hanno un ruolo chiave nei processi di riparazione e rigenerazione dei tessuti. Non tutti i tessuti possono essere riparati con una vera e propria rigenerazione; per alcuni questo processo avviene con la formazione di fibrosi, ovvero con tessuto connettivo e non tessuto originario, per via di un’infiammazione troppo forte. Grazie alle onde d’urto sembrerebbe possibile indirizzare i macrofagi verso una corretta riparazione – rigenerazione, evitando o comunque riducendo la formazione della fibrosi. “Quando si espongono i macrofagi alla stimolazione con onde d’urto – spiega Massimo Locati, docente dell’Università di Milano e responsabile del Laboratorio di Biologia dei Leucociti di Humanitas, fra gli autori dello studio – si attivano in questa cellula delle proprietà biologiche che agiscono sull’organo danneggiato attenuando la componente infiammatoria e facilitando la riparazione del tessuto. Ad esempio se attivati in maniera efficace i macrofagi potrebbero contribuire al rimodellamento delle cicatrici retratte, con effetti positivi sia funzionali che estetici”.

Alla scoperta delle onde d’urto, dallo spazio agli abissi

Le onde d’urto sono onde acustiche (energia fisica), che quotidianamente si producono, nel nostro mondo e nell’universo, correlate con alcuni fenomeni naturali: il tuono del temporale, lo scoppio di un proiettile, il boato di un aereo che vola a velocità supersonica, la rotazione vorticosa dell’elica di una nave o anche l’implosione di una supernova.

Solo a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, il riscontro di lesioni al polmone (senza peraltro segni di lesione da impatto esterne), nei marinai in servizio nei sottomarini, dopo esplosione di bombe di profondità, suscitò l’interesse dei ricercatori; la causa fu individuata proprio nelle onde d’urto che si generavano in mare da quelle esplosioni. Così, si pensò al loro possibile utilizzo a scopo terapeutico, e le prime ricerche sperimentali in questo ambito vertevano proprio sulla potenzialità lesiva dell’impatto.

Per tale motivo, le prime applicazioni delle onde d’urto in medicina furono introdotte in campo urologico, agli inizi degli anni novanta: da allora vengono ancora utilizzate ancor oggi con successo per la cura della calcolosi renale (Litotripsia).

Le società scientifiche presenti al convegno

Il Congresso annuale della Società Internazionale Onde d’Urto, organizzato in collaborazione con le singole società onde d’urto nazionali (fra cui anche la SITOD, italiana), ospiterà “Società Scientifiche Ospiti” (Guest Societies):

  • CORTE Italia (Conferenza Italiana per lo Studio e la Ricerca sulle Ulcere, Piaghe, Ferite e Rigenerazione dei Tessuti);
  • ISMuLT e InMuLTS (Società Italiana ed Internazionale di Muscoli, Tendini e Legamenti);
  • SIGASCOT (Società Italiana Ginocchio Artroscopia Sport Cartilagine e Tecnologie Ortopediche).

Alcuni dei loro più importanti rappresentanti, esperti di altri settori (chirurgia e biotecnologie), sono stati invitati in qualità di Relatori in alcune sessioni “chiave” del congresso: il loro importante contributo scientifico ha l’obbiettivo di condivisione e scambio di esperienze, nell’ottica di una comune conoscenza scientifica di base e di terapia.

La terapia con onde d’urto, infatti, sebbene ormai molto diffusa ed in crescente sviluppo in tutto mondo, è ancora per certi aspetti un settore terapeutico e scientifico un po’ “di nicchia”. Questa è un’ottima opportunità per contribuire alla diffusione della conoscenza sulle onde d’urto in tutto il mondo e fra i diversi specialisti, ed elaborare una strategia terapeutica integrata per pazienti.

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