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Nuoto e sport durante l’inverno, quale relazione con le vie respiratorie?

È una domanda che soprattutto molte mamme rivolgono comunemente al medico: in presenza di problemi alle alte vie respiratorie, si possono portare i bambini in piscina? La risposta del dottor Luca Malvezzi, Otorinolaringoiatra e specialista in Chirurgia Cervico Facciale in Humanitas, è sì.

Andare in piscina, infatti, è importante perché aiuta lo sviluppo muscolo-scheletrico e anche nell’adulto è uno sport aerobico, non traumatico per le articolazioni, che ci aiuta a mantenerci in forma. È bene però usare alcune accortezze e questo vale per tutte le fasce di età; è banale, ma uscire dalla piscina, in particolare nei periodi freddi, senza asciugare i capelli e senza avere un adeguato abbigliamento, che consenta di ammortizzare lo sbalzo atmosferico, rappresenta uno stress per il nostro organismo e favorisce lo sviluppo di patologie a carico delle vie aeree.

I bambini hanno vie respiratorie particolarmente delicate, con un sistema immunitario ancora in fase di sviluppo e con ipertrofia del tessuto linfatico in rinofaringe, le adenoidi, o in orofaringe, le tonsille palatine, che può attivarsi impedendo il normale defluire del muco prodotto da naso e seni paranasali e quindi la virulentazione di batteri ivi presenti”, spiega il dottor Malvezzi.

Un altro problema molto comune può riguardare le orecchie. Rimanendo in acqua a lungo, infatti, la cute del condotto uditivo esterno macera (come succede anche alla pelle delle dita che si “cuoce”) e diventa così terreno favorevole alla proliferazione batterica, con conseguente rischio di infezioni locali, la più comune delle quali è l’otite esterna. Questa problematica può essere particolarmente disagevole per chi ha problemi cutanei come la psoriasi, ma non deve essere un ostacolo all’attività in acqua. Infatti, un’accurata “manutenzione” del nostro orecchio, la prevenzione e la protezione con fasce impermeabili ci consente di non rinunciare al piacere del nuoto.

Anche il naso può essere a rischio.  Se il cloro, infatti, è considerato un buon disinfettante, per coloro che soffrono di patologie delle alte vie respiratorie e che presentano una mucosa nasale con piccole fissurazioni, quindi non integra, può essere un irritante nasale con conseguente congestione nasale e peggioramento di un quadro sintomatologico, che spesso vede la compartecipazione delle basse vie aeree. Anche in questo caso la cura del nostro naso, il lavaggio con acqua dolce o soluzione fisiologica dopo l’attività in vasca e l’utilizzo di creme emollienti minimizza il problema.

“Ritengo che la paura di avere un raffreddore o un’otite non debba limitare la nostra attività sportiva e l’attività sportiva dei ragazzi in crescita”, spiega il dottor Malvezzi.

Raffreddore e rinosinusite

Il raffreddore stagionale o meglio la Rinosinusite virale è un evento con cui ci si confronta di sovente nei periodi di cambiamento climatico. La sintomatologia è temporanea, durando al massimo dieci giorni, ed è caratterizzata da congestione nasale con ostruzione respiratoria, produzione di muco chiaro o viscoso, riduzione della percezione degli odori e dolori facciali prevalentemente a livello sotto e sovra orbitario.

In condizioni di questo tipo è bene non abusare di farmaci, semmai affidarsi a prodotti naturali e lasciare al nostro sistema immunitario il compito di lavorare per contrastare la condizione di “crisi”. Attenzione però a non sottovalutare né la durata della sintomatologia, né la sua ricorrenza.

Infatti, l’altra faccia del raffreddore comune è la rinosinusite batterica. Stessa sintomatologia, ma più intensa, per esempio le secrezioni sono tipicamente giallastre e presenti per più tempo. In questo caso una valutazione specialistica e una corretta terapia farmacologica sono necessarie, soprattutto per le categorie più a rischio. Come sempre bambini e anziani possono presentare qualche complicazione in corso anche di “banali” infezioni. In questo caso però si deve porre particolare attenzione anche ai soggetti che presentano forme rinosinusali ricorrenti o in cui i sintomi si protraggono oltre le 12 settimane, ovvero si cronicizzano. Questi soggetti potrebbero nascondere una problematica più seria e meritano di essere seguiti di modo più attento, così come coloro che hanno una già nota problematica per esempio allergica o a carico delle basse vie respiratorie, come per esempio l’asma.

Patologie da non sottovalutare

Spesso le malattie delle alte vie respiratorie vengono considerate in modo superficiale dai medici e dagli stessi pazienti, che tendono a dare poco peso o ad adattarsi allo stato di malessere in presenza di rinite. Sbagliato. Perché queste patologie possono rappresentare la punta dell’iceberg di una situazione molto più complessa e delicata. Un raffreddore che si presenta con una certa frequenza va infatti guardato con attenzione e con ancora più attenzione ci si deve rivolgere a coloro che presentano una sintomatologia cronica. L’infiammazione cronica del naso e dei seni paranasali può, infatti,  essere espressione di una problematica sistemica, che coinvolge tanto le alte quanto le basse vie respiratorie e che può incidere in modo pesante sulla salute del paziente”, precisa il dottor Malvezzi.

“Le non infrequenti condizioni infiammatorie croniche che interessano alte e basse vie respiratorie possono incidere in modo peggiorativo sulla nostra qualità di vita, ripercuotendosi sul rendimento scolastico o lavorativo, sulla vita sociale e anche in termini di costo sociale per assenza sul posto di lavoro e naturalmente in termini di spesa sanitaria. Alzare il livello di attenzione e gestire nel modo migliore, sia da un punto di vista diagnostico che terapeutico, queste patologie significa contribuire in modo prospettico a migliorare le condizioni di vita di questi potenziali pazienti ”, commenta il dottor Malvezzi.

Medicina personalizzata e approccio multidisciplinare

“Alla soglia della seconda decade del terzo millennio, il ruolo del medico deve sempre più indirizzarsi verso la cosiddetta medicina personalizzata e verso la medicina di precisione; un concetto che non vale unicamente in ambito oncologico. I pazienti con disturbi alle alte vie respiratorie devono godere di un percorso diagnostico e terapeutico multidisciplinare, con uno sguardo sulle basse vie respiratorie e sugli aspetti immunologici di queste patologie. Naturalmente il discorso vale in entrambe le direzioni, ovvero, quei pazienti che in prima battuta accedono al servizio di allergologia e pneumologia dovrebbe beneficiare di una valutazione otorinolaringoiatrica. Non si deve infatti dimenticare che nella sua storia evolutiva naturale la rinite evolve verso una rinosinusite cronica senza polipi o con poliposi nasale. E che queste patologie frequentemente hanno presentano la compartecipazione delle basse vie respiratorie essendo fortemente correlate a iperreattività bronchiale o asma” conclude il dottor Malvezzi.

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