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Colesterolo cattivo, bassi livelli per difendersi dalle malattie cardiovascolari

La Società Europea di Cardiologia ha di recente spostato l’interesse sul colesterolo cattivo (LDL); in passato si è maggiormente parlato di colesterolo totale, ma è proprio il colesterolo cattivo a essere legato alle malattie cardiovascolari. Bassi livelli di colesterolo cattivo infatti sono legati a una riduzione delle malattie cardiovascolari. Approfondiamo l’argomento con gli specialisti di Humanitas.

Quali danni può causare un colesterolo cattivo alto?

Immaginiamo il colesterolo cattivo come un insieme di molecole grasse che tendono ad accumularsi all’interno dei vasi. Questo materiale va a finire in alcuni punti della parete vascolare, creando un restringimento. L’accumulo di colesterolo conferisce ai vasi una maggiore suscettibilità alla formazione di coaguli di sangue, con il rischio – per esempio – di infarto cardiaco, ictus cerebrale, eccetera. Ecco perché è importante ridurre quel materiale che si deposita nei vasi sanguigni.

La pressione alta è legata ad alti livelli di colesterolo cattivo?

No, pressione e colesterolo hanno due origini completamente diverse. Sono però due potenti fattori di rischio cardiovascolare e pertanto vanno tenuti sotto controllo ed eventualmente trattati, perché non è sufficiente agire su uno e ritenersi così al sicuro sull’altro.

Si può abbassare il colesterolo alto cattivo intervenendo sullo stile di vita?

Per abbassare il colesterolo alto cattivo occorre sia intervenire sullo stile di vita sia seguire una terapia farmacologica. Lo stile di vita è il primo passo, soprattutto il coloro che presentano valori di colesterolo al di fuori della normalità ma che non hanno altri fattori di rischio cardiovascolare. È dunque importante seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata, fare attività fisica regolare e non fumare.

La terapia diventa indispensabile nel raggiungimento dei bassi valori di colesterolo cattivo, che dovrebbero attestarsi tra 110 e 130 nei soggetti sani e tra 70 e 100 nei pazienti diabetici o affetti da malattie cardiovascolari.

Gli alimenti da preferire

Alcuni alimenti possono essere di aiuto nell’abbassare il colesterolo alto, ne sono un esempio: la frutta di stagione, i legumi, i vegetali crudi e cotti, carni bianche e pesci magri, cereali integrali, noci e semi (nei giusti quantitativi), latte e formaggi magri. Da privilegiare la cottura ai ferri, al vapore, alla brace, alla griglia e la bollitura; per il condimento è bene preferire un pochino di olio extravergine di oliva. Da evitare o limitare i grassi, salumi e i dolciumi (che contengono molti zuccheri). Via libera alle uova, ma con moderazione, uno o due uova un paio di volte a settimana.

Come funzionano le statine

Le statine sono farmaci che hanno salvato la vita a milioni di persone, perché bloccano o riducono la produzione di colesterolo da parte dell’organismo. Hanno realmente ridotto la mortalità cardiovascolare, sono però associate – come tutti i farmaci – ad alcuni effetti indesiderati, tra i più frequenti abbiamo dolori muscolari, sensazione di pesantezza ai muscoli e crampi. Questo problema è in larga misura benigno e sebbene non produca effetti irreversibili sulla muscolatura, può rappresentare un disturbo per i pazienti. Sarà cura dei medici capire se i sintomi sono invalidanti a fronte del beneficio delle statine e se ci sono segni di danno muscolare.

La novità degli anticorpi monoclonali

Gli anticorpi monoclonali hanno un meccanismo d’azione diverso e complementare a quello delle statine. Sono stati usati nei pazienti con ipercolesterolemia familiare, soggetti dai valori talmente alti di colesterolo fin dalla giovane età, che nemmeno le statine riescono ad abbassarli. Questi nuovi farmaci si somministrano per via sottocutanea, una o due volte al mese e a oggi sono sperimentati – nella maggior parte dei casi – in aggiunta alla terapia con statine, che non sta dando i risultati auspicati. Gli anticorpi monoclonali sono inoltre associati a minori effetti collaterali e dunque dovrebbero essere maggiormente tollerati. In futuro questi farmaci potrebbero diffondersi a tal punto da costituire un’altra rivoluzione dopo le statine.

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