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Smart working: come evitare di sovraccaricare gomito e polso

Lo smart working, prima della pandemia COVID-19, era praticato da un numero ridotto di persone ma oggi sono sempre di più le aziende che, in ottemperanza alle indicazioni sanitarie, optano per il tele-lavoro. Lavorare da casa, in ambienti che non sono adeguatamente pensati per ospitare un ufficio, magari sullo stesso tavolo e sulle stesse sedie che utilizziamo al momento dei pasti, può a lungo termine provocare sgradevoli fastidi posturali e portare alla ripetizione di movimenti scorretti. 

“A livello di mano e avambraccio una postura sbagliata può portare a tendiniti, cioè infiammazioni dei tendini, o a compressioni nervose che si verificano quando i canali anatomici attraverso cui passano i nervi subiscono un restringimento”, spiega la dottoressa Laura Frontero, chirurgo della mano in Humanitas.

Computer, mouse, sedia: come organizzare lambiente di lavoro

“Per prima cosa è fondamentale organizzare la propria postazione di lavoro per adattarla alla postura che saremo costretti a mantenere per lunghi periodi. Il computer va posto con lo schermo alla stessa altezza degli occhi per permettere a testa e collo di mantenersi ben eretti. Anche la scelta della sedia è importante da questo punto di vista: le problematiche a livello della schiena possono infatti ripercuotersi anche sugli arti superiori. Tra il computer e il bordo della scrivania, poi, deve crearsi uno spazio sufficiente per consentire un buon appoggio degli avambracci, indicativamente tra i 15 e i 20 centimetri”, continua la dottoressa Frontero. 

“Il mouse va posizionato a lato del computer, non più avanti né più indietro, perché le nostre spalle devono poter mantenersi dritte senza essere costrette a disallinearsi. Per evitare compressioni e infiammazioni il polso deve trovarsi in posizione neutra. Da questo punto di vista può essere utile un supporto a livello del polso: esistono tappetini per il mouse dotati di un apposito rialzo pensato proprio per sostenere il polso. Anche i mouse ergonomici rispondono a questa esigenza perché consentono alla mano di mantenersi in una posizione corretta senza costringerla a ruotare verso il basso. Per il gomito vale un discorso analogo poiché l’ideale sarebbe mantenerlo in una posizione intermedia cioè né eccessivamente esteso né eccessivamente flesso. È importante anche non poggiare i gomiti nella posizione definita ‘da scacchista’ poiché potrebbe determinare delle compressioni a livello del nervo ulnare”, approfondisce la specialista. 

Stretching e tutori: come trattare le infiammazioni

“Quando si lavora, da casa come in ufficio, è fondamentale concedersi di tanto in tanto delle pause per cambiare posizione e fare dello stretching: allo stesso modo in cui ‘ci si sgranchisce le gambe’, insomma, si possono ‘sgranchire’ anche le braccia. Se però è già presente una sintomatologia dolorosa è importante rivolgersi allo specialista che potrebbe valutare la prescrizione di appositi tutori. Di norma viene consigliato l’utilizzo di tutori notturni che mettendo in posizione di scarico i tendini durante la notte consentono ai tendini stessi di disinfiammarsi migliorando la sintomatologia dolorosa nelle ore diurne. In alcuni casi vengono consigliati anche tutori funzionali diurni da utilizzare cioè durante l’attività lavorativa giornaliera poiché forniscono supporto durante il lavoro senza per questo impedire i movimenti della mano. Questi tutori vengono confezionati in materiale termoplastico su misura e modificati fino a rispondere del tutto alle esigenze del paziente.

Infine in determinate patologie come ad esempio la rizoartrosi, una patologia che affligge la base del pollice e che rende molto doloroso la presa degli oggetti particolarmente piccoli, si possono adottare particolari accorgimenti come quello di utilizzare penne dotate di appositi supporti che consentono una buona presa tra pollice e indice e non sovraccaricano l’articolazione”, conclude la dottoressa Frontero.

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