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FLU Challenge: la sfida contro l’influenza parte dagli operatori sanitari

L’influenza è spesso sottovalutata dalla popolazione italiana, in realtà rappresenta una delle principali cause di morte fra le malattie infettiveIl 90% dei decessi si registra fra gli anziani, spesso a causa anche di complicanze polmonari e cardiache, che ne determinano l’ospedalizzazione. Solo in Italia, lo scorso anno l’influenza ha colpito 8 milioni di persone, con circa 800 casi gravi e 200 decessi evitabili

“Questi dati non devono destare allarmismo o preoccupazione nella popolazione sana – ha spiegato il professor Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Scienze della Salute della donna, del bambino e di sanità pubblica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma e presidente di MIRO Public Health, centro interuniversitario Humanitas University-Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma -. Chi deve tenere alta l’attenzione sono i soggetti a rischio e le categorie più fragili, come i bambini piccoli, gli over 65 e coloro che sono affetti da patologie croniche di natura sia respiratoria sia cardiaca. Per questi soggetti il vaccino antinfluenzale costituisce, senza ombra di dubbio, un salvavita”. 

Humanitas e Policlinico Universitario A. Gemelli in prima linea per promuovere la vaccinazione di medici e infermieri

Un’altra categoria che gioca un ruolo chiave nella battaglia contro la diffusione del virus influenzale sono gli operatori sanitari. I dati però evidenziano come questa categoria professionale arrivi, a fatica, a sfiorare il 15% dell’immunizzazione totale.

“Sono ancora troppo pochi gli operatori sanitari italiani che si vaccinano contro l’influenza e il dato è sconcertante – ha proseguito Ricciardi -. Medici, infermieri, personale volontario e tutte le figure che lavorano in ospedale dovrebbero sottoporsi a queste procedure preventive perché è fondamentale contenere quanto più possibile ripercussioni negative per la salute, non solo dei diretti interessati, ma soprattutto degli assistiti”.

Per questo motivo, due strutture d’eccellenza della sanità italiana come l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, che in questi anni hanno registrato performance di vaccinazione anti-influenzale sopra alla media nazionale, hanno deciso di lanciarsi una flu-challenge, una sfida virtuosa per raggiungere l’ambizioso obiettivo di incrementare ulteriormente le coperture dello scorso anno.

“Vaccinarsi contro l’influenza è un tema di Sanità pubblica che assume un’importanza del tutto peculiare all’interno delle comunità ospedaliere – spiega il dottor Michele Lagioia, Direttore Sanitario di Humanitas -. Ci vacciniamo, in generale, con la convinzione di prevenire una fastidiosa malattia di stagione e siamo meno orientati, anche fra professionisti sanitari, sull’importanza della vaccinazione anti-influenzale come protezione da assicurare ai nostri pazienti, in particolare ai più fragili. In Humanitas crediamo fermamente in questo strumento di prevenzione, e speriamo che questa sfida virtuosa possa aiutarci a fare molto di più, alzando ulteriormente il tasso di vaccinazione della nostra comunità di professionisti e contagiando altre realtà nazionali”.

Una sfida lunga 8 settimane contro la trasmissione di patogeni e virus

L’obiettivo della sfida, che vedrà impegnati i due ospedali in una “partita” lunga 8 settimane, sarà quello di porre l’attenzione sull’importanza della vaccinazione strumento fondamentale non solo per ridurre in modo sostanziale il rischio di acquisire l’influenza, ma per evitare la trasmissione dei patogeni ai pazienti delle strutture sanitarie, con esiti che in alcuni casi potrebbero risultare fatali in persone con uno stato di salute compromesso.

I dati relativi al tasso di vaccinazione influenzale nelle due strutture ospedaliere saranno settimanalmente resi pubblici sulla intranet aziendale – e a periodicità definita anche sui siti web dei 2 ospedali – in maniera standardizzata e per specifiche categorie professionali: medici, infermieri e altre professioni sanitarie, studenti e specializzandi.

“Oltre che per tutelare se stesso e gli assistiti – spiega il Direttore Sanitario del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Andrea Cambieri – l’operatore sanitario ha il dovere di vaccinarsi contro malattie infettive prevenibili anche per garantire l’operatività del sistema assistenziale durante i periodi di epidemia.”

FLU Challenge, che prende il via oggi, è uno dei primi progetti del Centro interuniversitario MIRO Public Health, nato dall’accordo tra Humanitas University e Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma. L’obiettivo della collaborazione è promuovere, organizzare e coordinare progetti di ricerca nazionali e internazionali e attività di alta formazione per i professionisti nel campo della Sanità. Tra le varie attività del Centro, la realizzazione di accordi di collaborazione e scambio con analoghi Centri di ricerca, l’organizzazione di incontri di formazione, seminari e convegni, l’attribuzione di borse di studio, assegni e contratti di ricerca su specifici progetti.

 

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici