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Colon irritabile: una patologia benigna da tenere sotto controllo

Ha ben cinquecento milioni di neuroni ed è chiamato “il secondo cervello”: stiamo parlando dell’intestino, organo importante non solo per la digestione, ma anche dal punto di vista immunologico, per la produzione di ormoni e per diverse altre funzioni fisiologiche.

Influenzato nella sua attività da alimentazione e benessere psicofisico individuale, l’intestino ha una lunghezza che varia tra i sette e i dieci metri, è formato da due parti, il piccolo intestino e il grande intestino, e nel corso della vita media di un uomo accoglie circa trenta tonnellate di cibo e cinquantamila litri di liquidi. Una delle patologie più comuni dell’intestino è la sindrome del colon irritabile. Ne soffrono circa due persone su dieci e, dopo l’influenza, è il secondo motivo di assenza dal lavoro: si tratta di una patologia che ha un impatto molto importante sulla qualità della vita dei pazienti, soprattutto donne, che ne soffrono. Ne abbiamo parlato con gli specialisti di Humanitas.

La digestione inizia dalla bocca

Tendiamo a dimenticarcene, ma masticare correttamente è molto importante: sia perché così aiutiamo l’apparato digerente, sia perché nella saliva sono già presenti gli enzimi che danno il via al processo digestivo. Dopo la deglutizione, il cibo passa nell’esofago; dunque nello stomaco, dove incontra degli acidi che aiutano ulteriormente la digestione; nel duodeno, che è la prima parte dell’intestino, dove sono presenti gli enzimi del pancreas; e alla fine inizia il vero e proprio assorbimento. Il piccolo intestino, infatti, ha la funzione di assorbire tutte le sostanze nutritive: un processo che viene completato nel colon e a cui segue l’eliminazione dei rifiuti.

Colon irritabile: quali sono i sintomi?

La sintomatologia è molto variabile. Il disturbo può manifestarsi con la diarrea o, al contrario, con la stitichezza; altri sintomi comuni, sono il gonfiore e la presenza di un dolore nella pancia che il paziente non riesce a localizzare precisamente. Anche le cause sono molto varie, si va dai fattori biologici, come un’alterazione della motilità dell’intestino, a quelli emotivi e psico-cognitivi: il colon irritabile, non a caso, colpisce soprattutto individui in età lavorativa e spesso i pazienti associano il dolore a un evento stressante che ha in qualche modo scatenato o riacutizzato i sintomi.

Per il colon irritabile non esiste test diagnostico. Spesso la diagnosi è di esclusione e si basa molto sulla storia clinica del paziente, che magari soffre di questa patologia da diverso tempo. Il gastroenterologo deve controllare che non ci siano alterazioni a livello degli esami generali, degli esami delle feci e che non ci siano infezioni intestinali. Poi laddove vi siano sintomi che fanno presagire una situazione più allarmante, si procederà con esami più invasivi, ma è bene sottolineare che, di per sé, il colon irritabile è una patologia benigna e non possiede alcun rischio di degenerare in condizioni più gravi.

Quali sono le possibilità di cura?

Trattandosi di una patologia così sfaccettata, bisogna sempre individuare qual è il problema principale nel singolo paziente. Come abbiamo detto, lo stress e i fattori esterni possono influenzare la regolarità intestinale e anche le allergie possono rappresentare un fattore di rischio: è possibile infatti che alcuni cibi, nel corso del tempo, determinino delle intolleranze nei pazienti. Per questo è utile riportare un diario alimentare, proprio per cercare di individuare i cibi che provocano fastidio.

Se i pazienti presentano stitichezza possono essere aiutati con l’ausilio di fibre o con raccomandazioni igienico-sanitarie in merito all’alimentazione e allo stile di vita. E laddove questo approccio non sia, per vari motivi, praticabile, si possono utilizzare dei farmaci. Lo stesso procedimento viene seguito per sintomi come la diarrea, il dolore o il meteorismo: sono tutte condizioni che si possono in parte controllare modificando lo stile di vita e/o con un trattamento farmacologico. In generale le raccomandazioni per mantenere il proprio intestino in salute sono queste: adottare una dieta e uno stile di vita salutare, praticare attività fisica, contrastare lo stress, e utilizzare i farmaci solo a scopo mirato e sempre sotto indicazione e controllo medico.

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