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Disfunzione erettile: ne soffre il 13% degli uomini in Italia ed è ancora un tabù

La disfunzione erettile colpisce circa il 40% degli over 50 e la metà degli ultra settantenni, ma colpisce con una certa frequenza anche gli uomini di età inferiore, soprattutto se esposti a fattori di rischio cardiovascolari. 

Una patologia, ancora spesso considerata un tabù che nel 75% dei casi porta all’impossibilità di avere un’erezione e che è spesso il campanello d’allarme anche per le malattie aterosclerotiche. 

Fondamentale è quindi parlarne con il medico, per avere un diagnosi precoce, e lavorare sulla sensibilizzazione dei pazienti per abituarli alla prevenzione.

Per questo ne abbiamo parlato con il dottor Alessandro Pizzocaro, andrologo responsabile degli ambulatori di Andrologia in Humanitas Medical Care Rozzano-Fiordaliso e negli ambulatori di Milano (viale Premuda e via Domodossola).

L’uomo e il suo andrologo: una questione culturale

Mentre le donne effettuano controlli e visite tendenzialmente regolari dal ginecologo, per l’uomo la reticenza ad andare dall’andrologo è di fatto una questione culturale e un tabù. Quando gli uomini, a prescindere dall’età, vengono colpiti da sintomi che pregiudicano l’attività sessuale di solito si chiudono in se stessi e non hanno il coraggio di rivolgere domande e chiedere consigli ad uno specialista.

Controlli e prevenzione: l’età giusta per rivolgersi all’andrologo

I controlli e le visite dall’andrologo dovrebbero diventare un’abitudine fin dall’adolescenza. Nel caso invece di pazienti over 50, campanelli di allarme dovrebbero essere l’aumento di peso, una diminuzione del desiderio sessuale e ovviamente problemi di erezione: sintomi che il paziente inizia ad avere fattori di rischio non solo psicologici e di disfunzione erettile, ma anche cardiovascolari e metabolici. Il testosterone, infatti, è l’ormone che regola non solo la sessualità, ma anche il metabolismo, migliora la glicemia, il peso, il tenore del calcio nelle ossa, l’umore. A partire dai quarant’anni, il testosterone cala del 2% all’anno e si abbassa ulteriormente se il soggetto diventa diabetico e iperteso.

La disfunzione erettile: non una malattia ma un sintomo

La disfunzione erettile non è una malattia ma un sintomo del fatto che l’organismo non sta bene. Non si tratta solo di problematiche psicologiche – come stress, tensioni di coppia o problemi di lavoro – ma è dovuto anche a numerosi fattori di rischio vascolari molto comuni, quali le malattie cardiovascolari come l’infarto e la cardiopatia ischemica. Chi ha la pressione alta, ha problemi di colesterolo, è sedentario, fuma e abusa di alcolici o è diabetico, ha un maggior rischio di sviluppare una aterosclerosi, ad esempio. I vasi sanguigni tendono a chiudersi e, come arriva meno sangue al cuore e al cervello, così ne arriva meno anche per l’erezione e, di conseguenza, si sviluppa la disfunzione erettile. 

I farmaci assunti per facilitare l’erezione non sono curativi, ma agiscono sul sintomo. Solo risolvendo il problema a monte è possibile poi sospendere il farmaco.

Nei pazienti che hanno un disturbo della sessualità va fatto il controllo del testosterone: è un esame semplicissimo, un banale prelievo del sangue che si esegue il mattino presto a digiuno, insieme alla glicemia e al colesterolo.

Chi sono gli uomini più a rischio di disfunzione erettile?

La disfunzione erettile colpisce il 13% circa della popolazione, ma l’età è un fattore di rischio indipendente: più aumenta l’età più cresce il rischio di avere questo problema. Quasi il 40% dei pazienti intorno ai 50-55 anni e il 50% degli over 70 ha problemi di disfunzione erettile. Il motivo è legato al fatto che a partire da quell’età si verifica un aumento di tutti i fattori di rischio cardiovascolari e anche dell’uso di farmaci. Per questo, si consiglia uno stile di vita sano, che preveda anche un’attività fisica, principalmente quella aerobica, che aiuta il metabolismo, ma che sia regolare e costante nel tempo.

Quali sono le cure a disposizione per la disfunzione erettile?

Le onde d’urto sono il trattamento che ad oggi sta andando per la maggiore anche se risulta efficace solo nei casi di vascolopatia lieve. Si tratta di una metodologia assolutamente indolore, senza controindicazioni o effetti collaterali. Ha un meccanismo d’azione che tende a migliorare l’attività vascolare, cioè la circolazione del sangue nel pene, e quindi favorisce l’erezione. 

Tuttavia, l’efficacia di questo trattamento è ancora oggetto di studio: soprattutto si deve capire quali tipi di pazienti ne possono beneficiare, sicuramente quelli più giovani.

Farmaci per l’erezione: possono far male al cuore?

“Assolutamente no – ha risposto lo specialista -. I farmaci per via orale per l’erezione sono nati come coronarodilatatori. Poi si è visto che funzionavano molto bene anche per il circolo polmonare, tanto è vero che i pazienti con scompenso cardiaco, che hanno ipertensione polmonare, beneficiano dei farmaci per l’erezione. La controindicazione esiste quando i pazienti già assumono farmaci del circolo cardiaco, perché quelli per l’erezione ne aumentano l’azione vasodilatatrice. Per il resto sono innocui”.

 

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