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Se la Scienza ha ancora bisogno di filosofi: dalla mente al laboratorio

Sembrano mondi lontani, Scienza e Filosofia, non possono comunicare e incontrarsi: tanti scienziati di oggi non si interessano alla filosofia o addirittura le hanno dichiarato “guerra”.

Fra questi, il fisico Stephen Hawking, che recentemente ha accusato la “scienza del pensiero” di non essere riuscita a dare risposte convincenti a problemi umani a cui ormai solo la Scienza con la S maiuscola può rispondere e dare un reale contributo.

Un divorzio consensuale, quello tra le due discipline: due mondi sempre lontani, se non antagonisti. Eppure secondo alcuni fra i più eminenti esponenti della ricerca scientifica, Scienza e Filosofia oggi hanno ancora qualcosa da dirsi. Ne abbiamo parlato con il Prof. Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University, oltre che autore, insieme al fisico Carlo Rovelli, di un articolo comparso sulla prestigiosa rivista Pnas che afferma l’importanza di una scienza che sa dialogare con la filosofia.

Un dialogo fecondo

Secondo un autorevole gruppo di ricercatori, la scienza ha ancora bisogno del discorso filosofico per gettare delle basi “umane” ai suoi metodi ma soprattutto agli orizzonti del suo ricercare. Fra chi la pensa ancora così, che anche l’immunologo italiano Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’istituto Humanitas e autore di un articolo scritto sull’argomento in collaborazione con il fisico Carlo Rovelli.

Per il professor Mantovani non si tratta solo di un valore culturale, ma di un “metodo di lavoro” che dalla scienza del pensiero deve arrivare fin dentro i laboratori dei ricercatori e dare così un contributo concreto alla ricerca.

“Una parte della scienza ha voluto tenersi alla larga dalla filosofia, pensando di poterne fare a meno – ha detto Mantovani -, con il risultato che si è impoverita. D’altro canto, la migliore filosofia, la grande filosofia europea che ha dettato le basi del pensiero occidentale si è sempre nutrita della scienza in quanto sapere sul mondo coniugato nel tempo. Entrambe le discipline quindi dovrebbero tenersi presenti e influenzarsi in un dialogo fecondo”.

Le parole di Einstein

“Vorrei fare due esempi – ha proseguito il direttore scientifico di Humanitas -: il nostro organismo ha due massimi sistemi, uno è il sistema nervoso centrale e l’altro è il sistema immunitario. Le riflessioni filosofiche su questo tema ci stanno aiutando a porre la teoria generale di come funziona il sistema immunitario. La teoria della discontinuità, per esempio, spiega bene come il nostro corpo, attraverso il sistema, ha la percezione di una discontinuità fisica del pericolo”.

È necessario che i filosofi dunque entrino nei laboratori e si rendano conto di come si fa ricerca scientifica. Perché come dice Einstein, l’uomo di scienza che ignora la filosofia migliaia di alberi senza aver mai abbracciato l’idea di una foresta e “l’indipendenza determinata dall’analisi filosofica è la distinzione fra un mero specialista e un cercatore autentico della verità”.

 

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