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Primavera in arrivo, incubo degli allergici: tutte le fake news sull’allergia ai pollini

Starnuti, occhi arrossati, prurito al naso, ma anche tosse, fiato corto. Non appena spunta la primavera, l’incubo degli allergici torna farsi sentire. E non solo nei brutti sogni della notte.

Secondo i dati dell’Associazione nazionale farmaci di automedicazione (Assosalute), ogni anno sono colpiti da allergie circa un adulto su cinque (19,5%): nei giovani under 30 la media sale a uno su quattro. 

È stato, inoltre, calcolato che entro il 2022 potrebbe arrivare a soffrirne il 50% della popolazione italiana.

Ne ha parlato in un’intervista il professor Giorgio Walter Canonica, responsabile del Centro di medicina personalizzata Asma e allergie dell’Immuno Center di Humanitas: “Quando i pollini entrano in contatto con le mucose di occhi, naso, gola, il loro involucro protettivo esterno viene “sciolto” a causa dell’umidità e vengono liberate le proteine presenti all’interno, i cosiddetti allergeni, in genere innocui per la maggior parte delle persone – ha spiegato Canonica, già past president della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica. 

“Può accadere, però, che il sistema immunitario, cioè lo “scudo” che difende il nostro organismo dagli attacchi di virus e batteri, identifichi erroneamente gli allergeni come potenzialmente nocivi, reagendo in maniera eccessiva per combatterli e formando, attraverso una serie di complessi passaggi, anticorpi specifici, le immunoglobuline E (IgE). Così, ogni volta che l’organismo entra in contatto con il medesimo allergene, alcune cellule del sistema immunitario, i mastociti, rilasciano l’istamina, la sostanza responsabile dei classici disturbi allergici”.

Quando starnuti senza tregua e naso congestionato non lasciano scampo agli allergici, è possibile mettere in atto alcune strategie per tenere alla larga i malesseri. Ma, avvisa l’allergologo è importante, evitare il fai da te e cadere in alcuni errori, spesso causati da mala-informazione e fake news, e affidarsi sempre agli esperti.

Primo step: i test e la diagnosi

Per stabilire una cura e un trattamento adeguato alle allergie è necessario sottoporsi a esami accurati e validati. Tra questi, il più semplice è il prick test, un test cutaneo che serve a identificare la causa dell’allergia: il medico mette una goccia di estratti degli allergeni più comuni; poi pungerà la pelle con un ago molto sottile. Dopo circa 15 minuti compariranno i primi sintomi, in caso di allergie (arrossamento e rigonfiamento) e in questo modo l’allergologo riesce a identificare l’allergene incriminato. “Il test può essere eseguito a qualsiasi età e in ogni periodo dell’anno – ha chiarito Canonica – a patto di sospendere l’assunzione degli antistaminici almeno una settimana prima per non alterare i risultati”. 

Se necessario e consigliato dal medico, a questo esame possono essere associati altri accertamenti, come la spirometria per gli asmatici, che valuta l’ostruzione delle vie aeree; l’endoscopia nasale a fibre ottiche, che ispeziona le cavità del naso; la citologia nasale, che analizza le cellule della mucosa. I

Tra i nuovi test anche il test molecolare Alex, Allergy Explorer: “questo esame, che riesce a scovare allergeni insospettabili, si effettua attraverso un semplice prelievo di sangue, che viene analizzato da uno speciale macchinario simile a un computer che ha in memoria la “carta d’identità” di 282 componenti, di cui 125 proteine, presenti nei pollini”, ha spiegato l’allergologo . “Il risultato, che arriva dopo una decina di giorni, traccia una vera e propria mappatura degli elementi che possono scatenare l’allergia. È così possibile proporre una terapia personalizzata, su misura per il singolo paziente”. 

Trattamenti e cure

Nei casi più lievi, quando gli unici sintomi da tenere a bada sono il raffreddore da fieno e una blanda congiunt vite, è possibile utilizzare colliri specifici, lavaggi nasali con soluzioni saline in spray, che puliscono le mucose spazzando via gli allergeni. Se la situazione peggiora diventano invece indispensabile gli antistaminici, farmaci che riescono a indebolire o inibire l’istamina. 

Un ‘vaccino’ per combattere le allergie

Si tratta di immunoterapia specifica: a differenza del classico vaccino quello per l’allergia serve a controllare la malattia ed è in grado di combattere il problema alla radice. Al paziente allergico vengono somministrate quantità crescenti dell’allergene incriminato, al fine di indurre progressivamente una tolleranza nei suoi confronti. 

“I vaccini sottocutanei e quelli sublinguali sono entrambi efficaci: la scelta va fatta in base alle esigenze del paziente e al tipo di allergia”, ha detto il prof. Canonica. Il trattamento dura tre-quattro anni e mantiene la sua efficacia aanche dopo la sospensione.

Smentire alcune fake news

Il temporale dà sollievo: falso

Se è vero che la produzione di polline è maggiore nei giorni di sole, e in generale la pioggia aiuta  contro l’allergia perché l’acqua distrugge i pollini e l’umidità favorisce la chiusura delle antere dei fiori, riducendo, la liberazione di nuovi granuli, è vero anche che nelle fasi iniziali dei temporali, i vortici d’aria e il vento possono risollevare i pollini, aumentando così il rischio di allergie

L’unico esame possibile è il prick test: falso

Come abbiamo visto sono diversi gli esami utilizzati e consigliati da medici e allergologi per scoprire gli allergeni che scatenano crisi nei pazienti: dal più diffuso prick test, alla spirometria; dall’endoscopia nasale alla citologia nasale.

È pericoloso assumere antistaminici prima di mettersi alla guida: falso

Tra le controindicazioni lamentate dai pazienti ci sono sonnolenza, perdita di lucidità, mancanza di concentrazione. “Questo vale per gli antistaminici più “vecchi”, quelli di prima generazione, come difenidramina, clorfeniramina, triprolidina, dimenidrinato, che agiscono sui recettori H1 dell’istamina, ma anche su altri tipi di recettori a livello del sistema nervoso centrale, causando appunto sopore, ma anche altri effetti collaterali, come secchezza della bocca, disturbi alla vista, stitichezza, ritenzione urinaria”, ha voluto precisare il professore. “Ciò non riguarda, però, gli antistaminici più nuovi, di seconda generazione, come loratadina, desloratadina, cetirizina, levocetirizina, bilastina, ebastina, rupatadina, che sono più selettivi verso gli H1 e superano con più difficoltà la barriera ematoencefalica, arrivando meno agevolmente al sistema nervoso centrale. Sono quindi meglio tollerati e la sonnolenza è molto limitata”.

Per l’asma usare gli spray broncodilatatori più volte al giorno: falso

I broncodilatatori in spray sono spesso utilizzati nei pazienti che lamentano “fame d’aria”, che agiscono rilassando la muscolatura delle vie respiratorie e permettono un maggiore afflusso di aria ai polmoni, riducendo la sensazione di affanno. “Se l’asma è lieve – ha detto Canonica  – si possono usare al bisogno i broncodilatatori a breve durata d’azione. Quest’ultima insorge entro cinque minuti dall’assunzione, raggiunge il picco entro 30-60 minuti e dura per quattro-sei ore”.

Chi è allergico alle graminacee deve evitare pane e pasta: falso

L’allergia a graminacee e grano non comporta necessariamente l’eliminazioni dalla dieta di pasta, pane, riso e altri derivati da cereali Questi prodotti, ricordano i medici, possono essere consumati anche da chi risulta allergico al grano. Diverso è il caso di alcune persone allergiche ai pollini che tra i sintomi vedono anche una reattività ad alimenti che possono provocare gonfiore e prurito alla bocca, per arrivare, nei casi più gravi, a determinare il peggioramento dei sintomi dell’allergia respiratoria. 

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