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Il prof. Mantovani sui vaccini: sì all’obbligo, ma di pari passo con formazione e informazione

In merito al decreto vaccini, in discussione in questi giorni al Senato è intervenuto il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University, ospite in radio ad Attenti a noi due, su Radio 24 e a La radio ne parla, su Rai Radio1.

Il professor Mantovani si è detto favorevole all’obbligatorietà vaccinale perché: “Dobbiamo ricordare che siamo in emergenza e a dirlo è l’Organizzazione mondiale della sanità che più volte ha richiamato l’Italia. A questo aggiungiamo che il Center for disease control statunitense ha emesso un avviso ai viaggiatori che vengono nel nostro Paese perché l’Italia è ritenuta a rischio.

Negli ultimi mesi abbiamo avuto più di 3mila casi di morbillo, il 30% di questi pazienti hanno avuto la necessità di un ricovero ospedaliero, 180 erano pazienti inferiori all’anno di età. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo avuto tre morti di morbillo e penso che siano stati solo tre grazie alla la competenza delle istituzioni sanitarie. Siamo dunque in una situazione di emergenza certificata”.

Obbligo vaccinale, formazione e informazione

“In questa situazione ritengo dunque sia più che giustificato introdurre l’obbligo vaccinale, che però deve accompagnarsi a un’attività di formazione e di informazione del pubblico su questo tema.

Io stesso, convinto sostenitore delle vaccinazioni, mi prendo le mie responsabilità: perché se i medici non hanno chiaro il ruolo dei vaccini, è anche colpa di chi, come me, insegna in Università. Per questo nel mio corso, in Humanitas University, faccio una lezione sull’importanza e la responsabilità sociale delle vaccinazioni.

I vaccini poi sono vittima del loro successo, non ricordiamo più che cos’è un’epidemia di poliomielite, una malattia che non c’è più perché ci vacciniamo. Ci sono poi le menzogne, quelle legate all’autismo e quella, più recente, legata al rapporto tra vaccino contro virus del papilloma e sindrome di stanchezza. E poi si è diffusa l’idea che la malattia naturale faccia bene, nulla di più sbagliato.

Non avremmo bisogno di obbligo se avessimo una buona copertura vaccinale, in Svezia non c’è l’obbligo, ma la copertura è del 98%”, sottolinea il prof. Mantovani.

I vaccini compromettono lo stato di salute?

“I vaccini non compromettono lo stato di salute, sono le malattie da cui i vaccini ci proteggono che davvero compromettono il nostro stato di salute. I vaccini sono il miglior allenamento”.

A distanza di anni dalla vaccinazione può esserci una compromissione del sistema immunitario?

“No, non c’è alcuna compromissione a lungo termine; il problema è che il nostro sistema immunitario dimentica i vaccini e quindi occorre sottoporsi a richiamo”.

Che differenza c’è tra i vaccini cosiddetti vivi e quelli uccisi?

“Abbiamo vaccini a germi vivi, come per esempio quello contro il morbillo in cui il virus è attenuato, e vaccini composti da parti del virus, come quello contro il virus dell’epatite B. Alcuni soggetti, per motivi di salute, non possono essere sottoposti a vaccinazione con vaccini vivi: è il caso dei 1.500 bambini che nel nostro Paese sono malati di cancro e che hanno un sistema immunitario compromesso, perciò non possono vaccinarsi contro il morbillo. La protezione di questi bambini dipende dal fatto che la comunità intorno a loro sia vaccinata. È la cosiddetta immunità di gregge – o immunità della comunità, come preferisco chiamarla – che limita la diffusione del virus e protegge anche i non vaccinati. È un elemento di solidarietà importantissimo”, ha sottolineato il professor Mantovani.

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