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Polipi del colon: quando la causa è genetica

La Poliposi Adenomatosa Familiare (P.A.F.) è una malattia genetica, caratterizzata dalla presenza di polipi multipli (da 100 a 1000) del colon. Il difetto genetico si manifesta attraverso la contemporanea comparsa di lesioni benigne e maligne anche in altri organi. Si tratta di una malattia che nella quasi totalità dei casi ha una potenziale evoluzione maligna con una latenza di circa 15 anni. Questa patologia è ugualmente distribuita nei due sessi. Ne parliamo con il dott. Carlo Rossetti, aiuto di Chirurgia Generale di Humanitas.

Tutta colpa del gene APC
E’ un gene (APC) il responsabile di questa malattia, situato sul braccio lungo del cromosoma 5. Nonostante la natura ereditaria della malattia, in circa il 20% dei pazienti la storia familiare non è precisata. Ciò può essere dovuto alla difficoltà di raccogliere informazioni esatte relative a tutti i membri della famiglia. Tuttavia in alcuni casi la malattia può essere il risultato di mutazioni spontanee, le cosiddette “prime mutazioni”. Oggi giorno è possibile diagnosticare il difetto genetico in fase iniziale della malattia, cioè quando i polipi non sono ancora presenti, per mezzo di un semplice prelievo di sangue venoso.

Come si manifesta
Sebbene questa patologia preveda la presenza di un numero di adenomi superiore a 100, attualmente vengono identificati come individui P.A.F. anche soggetti che presentano all’esame endoscopico, la colonscopia, un numero di adenomi inferiore a 100, ma con evidente familiarità. Le dimensioni dei polipi possono variare da alcuni millimetri ad alcuni centimetri. Anche se tutti i segmenti del colon possono essere interessati, la malattia sembra prediligere il colon sinistro. Dal punto di vista istologico, cioè dell’aspetto morfologico, i polipi adenomatosi nella P.A.F. sono identici a quelli dei pazienti con poliposi sporadica. Possono essere tubulari, tubulo-villosi o villosi. Inizialmente tali lesioni sono benigne, col tempo possono degenerare. Spesso la comparsa di sintomi è indice di avvenuta trasformazione maligna, il 65% dei pazienti sintomatici ha già sviluppato un carcinoma, oltre il 45% può presentare malignità multifocale, cioè più polipi in più sedi.

Non solo nel colon
Oltre alla presenza dei polipi del colon, questa malattia può manifestare altre patologie a carico di altri organi. Le principali sono:
Polipi dell’apparato digerente superiore. I polipi possono essere presenti sia nello stomaco sia nel duodeno, in particolare modo a livello della papilla di Vater, sito dove confluiscono la via biliare e la via pancreatica, nel 60-70% dei pazienti con Poliposi. La trasformazione in un tumore maligno di questi adenomi è più frequente nel duodeno che nello stomaco. Per questo motivo è importante sottoporsi a periodici controlli endoscopici dell’apparato digerente superiore mediante una esofago-gastro-duodenoscopia. Si tratta di un esame eseguito in blanda sedazione che permette per mezzo di una sonda di verificare lo stato di esofago, stomaco e duodeno.
Cisti epidermoidi. Sono presenti a livello del derma, della bocca, degli arti, del volto, del cuoio capelluto nel 15-50% dei casi, specie in persone giovani.
Lesioni ossee ed anomalie dentarie. Le lesioni ossee benigne (osteomi) possono insorgere in qualsiasi parte dello scheletro anche se prediligono le ossa del cranio. Le anomalie dentarie sono rappresentate da denti soprannumerari e/o inclusi. Sono presenti in circa il 50% dei pazienti affetti da Poliposi Colica Familiare. La loro diagnosi viene effettuata mediante una ortopantomografia, cioè la panoramica, o un radiografia del cranio. Quando sono associate alla presenza di cisti epidermoidi vengono inquadrate come Sindrome di Gardner.
Anomalie retiniche. La loro frequenza è stimata tra il 53 ed il 100%. Sono rappresentate da aree di ipertrofia congenita dell’epitelio pigmentato della retina. Vengono identificate mediante una visita oculistica del fondo dell’occhio come macchioline in numero superiore a 3 a carico di un occhio, spesso di entrambi. Sono del tutto asintomatiche e utilizzate come elemento di screening clinico della poliposi e anticipare la comparsa dei polipi del colon.
Fibromatosi intraddominale e desmoidi. Sono presenti nel 20% dei pazienti con Poliposi e sono lesioni connettivali benigne che possono interessare particolari tessuti siti nella cavità addominale. Queste lesioni sono di tipo benigno, ma con l’andar del tempo se accrescono in volume, specie all’interno dell’addome, possono determinare situazioni di occlusione intestinale, dolore, compressione dei vasi e degli ureteri. Colpiscono prevalentemente il sesso femminile, in età fertile, specie in seguito ad interventi chirurgici addominali.
Tumori del Sistema Nervoso Centrale. Sono rari, il più frequente è il medulloblastoma, compaiono già in età pediatrica, prima ancora di manifestare la poliposi del colon (Sindrome di Turcot).
Tumori benigni e maligni della tiroide. Sono anch’essi rari e sono presenti nell’1% dei pazienti con P.A.F., soprattutto nel sesso femminile.
Altri tumori endocrini. Sono manifestazioni rare, molto spesso benigne, e colpiscono i surreni, l’ipofisi, le paratiroidi ed il pancreas.

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