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Tumori alle palpebre: quali sono e come si trattano?

I tumori possono interessare anche gli occhi; alcune neoplasie possono formarsi nelle strutture interne dell’occhio, come accade con il retinoblastoma, un tumore raro infantile che origina dalle cellule nervose della retina. I tumori epiteliali invece coinvolgono l’occhio e la regione perioculare.

Conosciamo i diversi tipi di tumore, come si diagnosticano e come si curano con l’aiuto della dottoressa Alessandra Di Maria, oculista e referente di malattie di orbita, palpebre e vie lacrimali di Humanitas.

I tumori cutanei diversi dal melanoma

tumori perioculari rientrano nella categoria delle neoformazioni. Le neoplasie maligne che originano dalla regione perioculare rappresentano il 95% dei tumori oculari; possono presentarsi in tutta la regione oppure formarsi dai seni paranasali. “È bene non sottovalutare una neoformazione che non regredisce e che si presenta come una lesione nodulare o ulcerativa”, sottolinea la dottoressa Di Maria.

La forma più comune è il carcinoma a cellule basali (che rappresenta l’85%-90% di tutti i tumori maligni della palpebra), seguito dal carcinoma spinocellulare o squamocellulare: si tratta di tumori cutanei che originano dalle cellule profonde dell’epidermide e tendono a formarsi sulla pelle del viso, particolarmente esposta ai raggi del sole. Tra i fattori di rischio, anche le caratteristiche fenotipiche individuali come il colore della cute: i soggetti con occhi, pelle e capelli chiari presentano infatti un maggior rischio se si espongono ai raggi solari senza un’adeguata protezione.

Occorre precisare che questi due tipi di tumore presentano una differenza fondamentale: il basalioma ha uno sviluppo localizzato alla sede d’origine, mentre il carcinoma squamocellulare può dare origine a metastasi.

Il melanoma oculare e l’adenocarcinoma

“Nell’1% dei casi il tumore perioculare è un melanoma oculare. Ancora più raro è l’adenocarcinoma, un tumore palpebrale maligno molto aggressivo che può originarsi dalle ghiandole delle palpebre, sebacee o no; presenta un alto rischio di recidiva e una prognosi sfavorevole. Questo, a differenza delle altre forme di tumore, interessa in molti casi la palpebra superiore e la regione della ghiandola lacrimale e dunque deve essere valutato con una risonanza magnetica, l’esame con cui si esaminano i tessuti molli”, ha precisato la specialista.

Anche per i tumori cutanei palpebrali è fondamentale la diagnosi precoce e a seconda della localizzazione e del tipo di tumore si procede secondo un preciso iter diagnostico e terapeutico.

Il trattamento dei tumori palpebrali

“In presenza di un carcinoma basocellulare, si esegue una biopsia excissionale con esame istologico intraoperatorio (tecnica frozen section) al fine di asportare tutto il tumore. Il paziente è in sala operatoria, il tumore viene rimosso e i margini vengono valutati istologicamente. È importante eseguire l’esame istologico dei margini liberi della palpebra: infatti, se si è certi che il tumore è stato del tutto rimosso, si può completare l’intervento con la ricostruzione della palpebra; in caso contrario si continua con un intervento più radicale al fine di liberare del tutto i margini dalle cellule tumorali”, spiega la dottoressa Di Maria.

In caso di carcinoma spinocellulare e di carcinoma delle ghiandole si esegue invece la biopsia per l’esame istologico e la stadiazione del tumore. “In caso di adenocarcinoma localizzato si asporta il tumore con un intervento massiccio cranio-facciale, altrimenti si procede diversamente in caso di metastasi. Infine in presenza di melanoma, si procede alla rimozione completa e alla sua stadiazione. Il paziente seguirà una stadiazione e i successivi controlli di follow up altrimenti andrà trattato secondo il protocollo terapeutico specifico per il melanoma”, ha concluso la dottoressa Di Maria.

Specialista in Oftalmologia

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