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Tumore al testicolo, necessaria l’autopalpazione

I testicoli sono organi dell’apparato riproduttivo maschile deputati alla produzione degli spermatozoi e di alcuni ormoni. Svolgono dunque una funzione fondamentale a livello dell’organismo.

Anche il testicolo può essere sede di tumore, a seguito di un’alterazione nelle cellule del testicolo che ne causa una crescita incontrollata, con la conseguente formazione di una massa tumorale.

Sebbene si tratti di una neoplasia rara, il tumore al testicolo colpisce soprattutto uomini in piena età riproduttiva, tra i 25 e i 49 anni.

Con l’aiuto del dottor Giovanni Lughezzani, urologo e andrologo in Humanitas, conosciamo meglio questa neoplasia.

Criptorchidismo, ma non solo

Il criptorchidismo, ovvero la mancata discesa dalla cavità addominale di uno o entrambi i testicoli nel sacco scrotale rappresenta il fattore di rischio maggiore per questo tipo di tumore. Sono però in aumento i casi non legati a questa condizione, per cui si ipotizzano possano esservi altre cause, come l’influenza di fattori esogeni ambientali.

L’importanza dell’autopalpazione

Non esiste una vera e propria prevenzione per questo tumore. È però importante sottolineare come sia fondamentale che gli uomini siano maggiormente attenti al proprio corpo e agli eventuali cambiamenti cui va incontro. Nell’ambito del tumore al testicolo gioca un ruolo fondamentale l’autopalpazione, da eseguirsi una volta al mese a partire dall’adolescenza e che consiste nel prendere ciascun testicolo con il pollice, l’indice e il medio: il pollice andrà su un lato mentre l’indice e il medio su quello opposto. Bisogna far scorrere le dita con piccoli movimenti rotatori sulla superficie dei testicoli. Se si avverte la presenza di un gonfiore o di un nodulo, se si osservano anomalie a livello della pelle o se si prova dolore, fastidio o pesantezza è necessario rivolgersi al medico.

Un tumore altamente curabile

Il tumore al testicolo è altamente curabile (95% dei casi), è però particolarmente importante che sia individuato precocemente: in questo le possibilità di successo sfiorano il 100%. Il trattamento consiste in primis nell’asportazione del testicolo stesso (orchifunicolectomia con eventuale posizionamento di protesi testicolare) che permette una caratterizzazione della neoplasia. A seconda della tipologia del tumore e della sua diffusione vi sono poi più alternative terapeutiche che vanno dalla sorveglianza attiva alla chemio o radioterapia.

Ci sono rischi per la fertilità?

Nella maggior parte dei casi, aver avuto un tumore al testicolo non pregiudica la possibilità di avere figli in futuro.

Se la neoplasia colpisce un solo un testicolo e questo viene asportato, il testicolo rimanente garantisce infatti le funzioni ormonali e riproduttive.

Laddove siano interessati e asportati entrambi i testicoli, il paziente potrà sottoporsi a terapia ormonale sostitutiva e valutare di depositare il proprio seme presso una delle banche del seme autorizzate.

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