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Pianificazione della radioterapia stereotassica: premiato uno studio di fattibilità coordinato da Humanitas

“Multicentre treatment planning inter-comparison in a national context: The liver stereotactic ablative radiotherapy case”: questo il titolo dello studio pubblicato sullo European Journal of Medical Physics, la rivista europea di fisica medica, vincitore del Galileo Galilei Award 2016 come miglior articolo sui 246 pubblicati nel 2016. L’articolo è stato inoltre il più citato nel corso dell’anno.

Lo studio è stato realizzato dal gruppo di lavoro sugli aspetti fisici della SBRT dell’associazione italiana di fisica medica, coordinato dal dottor Pietro Mancosu, specialista in Fisica medica in Humanitas, che ci ha spiegato: “Si tratta di uno studio di fattibilità, uno studio multicentrico dedicato allo studio della pianificazione della radioterapia stereotassica ablativa nei tumori del fegato. Una procedura che in Humanitas applichiamo da anni e proprio il nostro protocollo è stato usato come riferimento in altri centri per confrontare la pianificazione del trattamento radioterapico. Humanitas infatti è uno dei centri di riferimento a livello internazionale per questa tecnica”.

Che cos’è il piano di trattamento?

“Il paziente arriva in radioterapia su indicazione del medico radioterapista oncologo. Viene sottoposto a TC, un esame fondamentale per designare la lesione bersaglio e individuare gli organi sani circostanti, viene poi effettuato il piano di trattamento, il cui obiettivo è colpire la lesione in maniera massiccia, con una dose di radiazioni definita, minimizzando l’irradiazione degli organi vicini”, spiega il dottor Mancosu.

Obiettivo dello studio

“L’obiettivo del nostro studio era quello di indagare se un protocollo di trattamento con radioterapia stereotassica ablativa nei pazienti con tumore al fegato metastatico potesse essere riprodotto a livello nazionale, tenendo conto delle diverse tecniche radiologiche disponibili, dei diversi sistemi di pianificazione del trattamento e delle diverse esperienze. Abbiamo così effettuato un confronto dosimetrico (quantità di radiazioni previste) dei piani di trattamento, effettuati in 12 centri che adottano tecniche radiologiche differenti.

In conclusione, abbiamo osservato differenze significative sia in termini di copertura del target sia di risparmio degli organi a rischio. Questo è anche dovuto alla presenza di indicazioni non univoche nelle linee guida internazionali e dunque ciascun centro valuta se optare per un’omogeneità nelle radiazioni o per una disomogeneità.

Un confronto dosimetrico potrebbe essere utile per standardizzare la pianificazione del trattamento stereotassico, soprattutto prima di effettuare trial clinici multicentrici”, conclude il dottor Pietro Mancosu.

 

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici