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Salute digitale, Google a lezione da Harvard

Si calcola che su 20 domande rivolte al motore di ricerca Google, una sia inerente la salute. Ma da dove provengono questi dati e quali sono gli sforzi del colosso di Mountain View per renderli sempre più affidabili? Ha provato a spiegarlo Prem Ramaswami, Product Manager di Google e ospite d’eccezione alla Harvard Medical School.

Modern technology and medicine

Harvard e Google, quale collaborazione?

La Harvard Medical School ha inaugurato un nuovo programma di formazione rivolto ai “Googlers”, gli ingegneri di Mountain View che durante queste insolite lezioni interrogano medici accademici, chirurghi, ricercatori ed esperti di politica sanitaria con particolare focus sulle cosiddette “medical humanities” e il rapporto tra medico e paziente. I due giganti della medicina e della tecnologia ottengono da questa collaborazione reciproco vantaggio. Gli interessi di Google sono legati alla sete crescente di informazioni in rete in questo ambito; Harvard ambisce a estendere i propri ambiti di formazione, attraverso un portafoglio crescente di corsi rivolti ad esterni.

Google ha recentemente perfezionato i risultati di ricerca nell’ambito della medicina e della salute: attraverso la sezione “Knowledge Graph”, che si trova a destra nella pagina dei risultati, il motore di ricerca restituisce le informazioni di base della patologia cercata. Domande e risposte sono monitorate dai medici di Google e di Mayo Clinic, con l’obiettivo di combattere la “cybercondria”, ossia la paura degli utenti di soffrire di determinate patologie, peggiorata dalla sovrabbondanza di materiale sanitario, a volte inattendibile, presente in rete.

 

Salute digitale: quali prospettive?

“Tutte le grandi aziende tecnologiche – spiega Ramaswami – stanno manifestando un crescente interesse nei confronti della salute digitale, con l’obiettivo finale di aiutarci a vivere più sani e più a lungo”. Di qui la decisione di “spedire” i dipendenti di Google a lezione dai medici di Harvard. David Roberts, decano della Harvard Medical School per la formazione esterna, spera che la condivisione degli strumenti per leggere le diagnosi e l’interpretazione dei dati possa accelerare il progresso scientifico: “Siamo entusiasti di lavorare con gli ingegneri esperti di Google per migliorare l’accesso alle cure in tutto il mondo”.

 

Google e Harvard: i punti di contatto

“La nostra intenzione – precisa Roberts – non è quella di trasformare gli ingegneri di Google in medici; piuttosto, quella di abituarli a pensare come tali”. “L’esperienza del paziente, infatti – conclude Roberts – è la chiave per lo sviluppo di soluzioni che possano impattare positivamente l’esperienza sanitaria”.

Il punto di contatto sta nell’empatia: “Gli operatori sanitari – conclude Roberts – utilizzano enormi quantità di dati. Google, d’altro canto, ha una grandissima esperienza nella gestione di dati e una reale motivazione a tradurli in informazioni utili per l’utenza”.

 

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