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Tumore della vescica


Cos’è il tumore della vescica?

Il tumore della vescica è il quinto tumore più frequente nella popolazione e rappresenta l’8% di tutti i tumori diagnosticati. Circa il 75% delle nuove diagnosi di tumore della vescica avvengono quando il tumore è limitato agli strati più superficiali della vescica e vengono, quindi, definiti tumori non muscolo infiltranti (NMIBC). 

Con il progredire della malattia, le cellule tumorali invadono gli strati più profondi della vescica. Nei casi in cui il tumore raggiunga lo strato muscolare necessita di un trattamento più aggressivo. 

Sebbene la maggior parte delle neoplasie vescicali sia di natura superficiale il rischio di ricorrenze (tasso di recidiva stimato tra il 50% e l’80%) in vescica rimane significativo e per questo il tumore alla vescica richiede un’accurata sorveglianza. 

Il tumore alla vescica può presentarsi in diversi stadi e può essere associato a diverse caratteristiche che lo rendono più o meno aggressivo. Per questa ragione, un’accurata valutazione delle caratteristiche del tumore, attraverso un completo percorso diagnostico, è fondamentale per la scelta dell’iter terapeutico più adatto al singolo paziente. Nonostante l’alto tasso di recidiva, il tumore della vescica è una malattia trattabile con un tasso di sopravvivenza a 5 anni di quasi l’80%. 

Quali sono le cause e i fattori di rischio del tumore alla vescica?

Alcuni fattori possono aumentare il rischio di tumore alla vescica. Tra questi:

  • età: si tratta di un tumore raro prima dei 40 anni, la maggior parte delle diagnosi avviene in pazienti con più di 65 anni;
  • sesso: gli uomini sono considerati più a rischio;
  • fumo: rappresenta il principale fattore di rischio per questa patologia. Le sostanze chimiche contenute nel fumo delle sigarette vengono assorbite dal sangue, quindi passano attraverso i reni e si raccolgono nell’urina. Queste sostanze chimiche possono danneggiare l’interno della vescica e aumentare le probabilità di ammalarsi di cancro alla vescica. Al momento non sono disponibili dati definitivi per quanto riguarda le sigarette elettroniche; 
  • esposizione a sostanze chimiche: quali l’arsenico e i prodotti utilizzati nella lavorazione della gomma, della pelle, delle vernici e nell’industria tessile;
  • esposizione a radiazioni: in seguito a un trattamento di radioterapia nella regione pelvica;
  • infiammazioni croniche della vescica: quali infezioni urinarie o cistiti, causate ad esempio da parassiti diffusi in alcuni paesi del Medio Oriente (Schistosomiasi).

Sebbene evitare l’esposizione ad alcuni fattori di rischio sopra citati (fumo e sostanze chimiche) e curare le infezioni della vescica siano azioni preventive importanti, non esiste una specifica strategia di prevenzione del tumore della vescica, per quanto un’abbondante idratazione possa ridurre la concentrazione di sostanze cancerogene.

Quali sono i sintomi del tumore alla vescica?

Il primo segno del tumore della vescica può essere rappresentato dalla presenza di sangue delle urine (macroematuria), che possono tingersi di diverse tonalità di rosso. In questo caso il paziente dovrà recarsi dall’urologo per una immediata valutazione.

Diagnosi

Una diagnosi precoce e accurata di tumore della vescica è essenziale ai fini dell’efficacia del trattamento, perché può ampliare lo spettro di opzioni terapeutiche a disposizione e quindi aumentare le probabilità di guarigione. Humanitas impiega una vasta gamma di servizi diagnostici per la diagnosi di tumore della vescica.

  • Ecografia dell’apparato urinario: è l’indagine di prima istanza in caso di un sospetto tumore vescicale (presenza di ematuria, micro o macroscopica, o altri segni e sintomi di pertinenza urologica). È  un esame non invasivo, attendibile per l’accertamento del tumore della vescica e utile per il monitoraggio di possibili recidive.
  • Esame citologico delle urine: ricerca nelle urine della presenza di cellule tumorali di origine vescicale. La sensibilità della metodica aumenta proporzionalmente con l’aumentare dell’aggressività biologica della neoplasia. L’esame citologico è ripetibile anche durante i controlli in pazienti che abbiano già avuto un tumore vescicale, allo scopo di diagnosticare con una certa celerità l’eventuale presenza di recidiva di malattia.
  • Marker GENETICI/molecolari: sempre più interesse viene rivolto verso nuovi marcatori molecolari, che potrebbero permettere una diagnosi precoce e non invasiva attraverso un esame delle urine. In Humanitas è attivo un protocollo di studio per la validazione di un innovativo marker tumorale utilizzato nella diagnosi precoce del tumore della vescica in pazienti con presenza di sangue nelle urine. 
  • Cistoscopia: consiste nell’introduzione di un sottile strumento flessibile (poco traumatico a differenza di quello rigido) attraverso il canale per l’escrezione delle urine (uretra). L’estremità dello strumento è munita di un apparato illuminante costituito da lenti speciali e fibre ottiche, che permette al medico di ispezionare visivamente l’uretra e la vescica. La cistoscopia con strumento flessibile, di ridotta invasività, risulta di estrema utilità soprattutto nel follow up dei pazienti con storia pregressa di tumore vescicale. Tutte le cistoscopie in Humanitas sono eseguite con l’ausilio di nuove metodiche ottiche per la visualizzazione del tumore. 
  • Tecniche radiodiagnostiche avanzate: la Tomografia Computerizzata (TAC) è una tecnologia consolidata a base di raggi X per la valutazione delle basse e alte vie urinarie. La capacità della TAC di rappresentare le strutture anatomiche ha fatto sì che progressivamente abbia sostituito l’urografia convenzionale nella stadiazione del tumore vescicale. La Risonanza Magnetica (RMN) utilizza onde elettromagnetiche e sta emergendo negli ultimi anni come metodica efficace nella stadiazione locale della neoplasia vescicale.
  • PET: la tomografia a emissione di positroni (PET) è una moderna tecnica diagnostica che utilizza un radiofarmaco (fluoro-desossiglucosio, 18F-FDG) che si accumula nelle lesioni neoplastiche caratterizzate da elevato metabolismo, permettendone l’identificazione sulle immagini analizzate dai medici. Per le neoplasie vescicali l’applicazione di questa metodica non è del tutto standardizzata ma acquisisce un ruolo nei casi di malattia avanzata o di fallimento di trattamenti conservativi, nella valutazione di un eventuale coinvolgimento linfonodale. 

Trattamenti

L’efficacia del trattamento del tumore della vescica è dato dalla somma di molti fattori, tra cui il tipo e lo stadio evolutivo del tumore, oltre che l’età e lo stato di salute del paziente.

In particolare, nella maggior parte dei tumori non-muscolo invasivi è indicato un trattamento conservativo, mentre è richiesto un trattamento più aggressivo nei tumori della vescica che hanno raggiunto la tonaca muscolare. Una volta diagnosticata la presenza di una neoformazione a livello della vescica il primo step terapeutico è la resezione transuretrale del tumore vescicale (TURV). Una TURV di buona qualità, che rimuova completamente il tumore e che fornisca campioni adeguati all’analisi anatomopatologica è la chiave per un trattamento adeguato del tumore della vescica. I successivi step terapeutici differiscono in base al livello di infiltrazione della neoplasia.

Tumore non muscolo-invasivo

In accordo con le recenti linee guida i tumori della vescica non-muscolo invasivi vengono distinti sulla base di alcune caratteristiche istologiche e cliniche in tumori di basso rischio, rischio intermedio, alto rischio e altissimo rischio.

In relazione al tipo di tumore, a seguito di TURV, può essere necessario effettuare cicli di instillazione endovescicale di chemio o immunoterapici per ridurre al massimo il rischio di recidiva. 

Recentemente, uno studio a cui ha collaborato l’equipe di urologia di Humanitas e pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale, ha dimostrato che, contrariamente a quanto si pensava prima, in alcuni pazienti la mitomicina funziona anche da attivatore del sistema immunitario, risvegliando la risposta contro il tumore. Questi risultati hanno aumentato l’interesse su questo farmaco che oggi viene proposto in Humanitas Cancer Center all’interno di un innovativo trial prospettico come terapia neoadiuvante, ovvero utilizzata prima della resezione del tumore con il fine di ridurne il rischio di recidiva. 

In Humanitas è attivo un protocollo di sorveglianza attiva per i pazienti con diagnosi di tumore di basso grado che presentino un sospetto di recidiva. L’Urologia di Humanitas è stata tra le prime al mondo a dimostrare la sicurezza di un approccio conservativo in questi casi, permettendo quindi, in pazienti selezionati, di evitare o comunque di ridurre il numero di interventi chirurgici a cui il paziente deve sottoporsi. In alternativa alla chirurgia, infatti, il paziente viene seguito con uno stretto follow-up che prevede l’esecuzione di cistoscopie ambulatoriali ogni tre mesi nel primo anno e ogni sei mesi successivamente. 

Tumore muscolo-invasivo

La chirurgia è il trattamento primario per il tumore della vescica muscolo invasivo. L’intervento di cistectomia radicale robotica o “tradizionale” (a cielo aperto) prevede l’asportazione dell’intera vescica. I pazienti sottoposti a cistectomia radicale possono essere candidati all’intervento di ricostruzione della vescica e delle vie urinarie. Secondo molteplici studi, l’esperienza dell’equipe chirurgica è strettamente associata a tassi di mortalità post-operatoria più bassi e a una maggiore qualità delle cure in caso di cistectomia radicale. Per questo motivo, in accordo con le linee guida internazionali, questo tipo di intervento dovrebbe essere eseguito solo in centri ad alto volume che eseguono più di dieci interventi l’anno. 

La radioterapia. Nei pazienti affetti da tumore vescicale muscolo-invasivo ancora confinato alla vescica, la radioterapia può essere utilizzata in combinazione con la resezione endoscopica e la chemioterapia al fine di eradicare la malattia preservando la funzione normale dell’organo. Il trattamento trimodale rappresenta una valida alternativa all’intervento chirurgico quando eseguito da un team multidisciplinare. Inoltre, il trattamento radiante può essere effettuato sulla vescica ed eventualmente i linfonodi pelvici di drenaggio nei pazienti giudicati non operabili a causa di fragilità o comorbidità o rifiuto dell’intervento chirurgico. Infine, la radioterapia può essere utilizzata a intento palliativo per fermare eventuali sanguinamenti vescicali, oppure a intento ablativo per il controllo delle sedi oligometastatiche di malattia. 

Nei tumori della vescica muscolo invasivi, l’approccio multidisciplinare che caratterizza il Cancer Center di Humanitas permette di individuare i pazienti che possono beneficiare di un trattamento di chemioterapia sistemica neoadiuvante. Inoltre, è stato introdotto un percorso appositamente ideato per i pazienti candidati all’ intervento di cistectomia radicale che prevede un consulto multidisciplinare con specialisti dell’ambito geriatrico e della nutrizione, per guidare e supportare il paziente ad affrontare questo tipo di intervento sia nel pre che nel post-operatorio.

I referenti per la terapia del tumore alla vescica sono il Prof. Nicolò Maria Buffi, la Dott. Paolo Casale e il Dott. Massimo Lazzeri.

Gruppo multidisciplinare

Case Manager Humanitas Cancer Center

L’Unità Operativa di Urologia di Humanitas, diretta dal dottor Paolo Casale, offre ai suoi pazienti un approccio multidisciplinare alla patologia oncologica della vescica che coinvolge le unità operative di Anatomia Patologica, Oncologia Medica, Radiodiagnostica, Radioterapia e Medicina Nucleare, con l’obiettivo di offrire al paziente una valutazione completa e le più moderne ed efficaci metodiche di diagnosi e trattamento. 

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