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Stenosi lombare


Con il termine stenosi lombare si fa riferimento a un restringimento del diametro del canale vertebrale e/o dei forami intervertebrali a carico del rachide lombosacrale (“stenosis” in greco significa, appunto, “restringimento”). La conseguenza del restringimento – che può dipendere da diversi fattori – è la compressione del sacco durale e/o delle radici spinali.

Che cos’è la stenosi lombare?

La stenosi lombare è il restringimento patologico o congenito del canale vertebrale lombare, al cui interno scorrono le radici nervose spinali. I livelli vertebrali più frequentemente coinvolti in questo tipo di patologia sono il tratto L4-L5 (cioè il tratto compreso tra la quarta e la quinta vertebra lombare) e il tratto L3-L4 (tra la terza e la quarta vertebra lombare). La stenosi lombare può risultare anche nel tratto L5-S1 (ovvero compreso tra la quinta vertebra lombare e la prima vertebra sacrale), ma con minor frequenza.

Quali sono le cause della stenosi lombare?

Due sono le forme in cui può essere divisa la stenosi lombare: primitiva o secondaria. La stenosi lombare primitiva, molto rara, è dovuta a un ristretto diametro del canale vertebrale su base congenita. La stenosi lombare secondaria rappresenta invece la forma più diffusa di stenosi e può avere alla sua origine diverse cause:

  • degenerazione delle faccette articolari delle vertebre con conseguente loro ipertrofia;
  • ipertrofia delle lamine;
  • ispessimento o calcificazione del Legamento Longitudinale Posteriore (LLP);
  • ernia discale espulsa;
  • spondilolistesi;
  • scoliosi del rachide lombare;
  • presenza di tessuto cicatriziale (ad esempio come esito di interventi chirurgici).

Quali sono i sintomi della stenosi lombare?

Il quadro sintomatologico della stenosi lombare può essere molto variabile a seconda del livello di gravità della patologia (numero di segmenti interessati, vertebre coinvolte, gravità della stenosi). In generale, però, sono quattro i sintomi più rappresentativi di questa patologia:

  • dolore (lombalgia localizzata al livello del restringimento a cui può sommarsi il dolore dovuto al coinvolgimento delle radici spinali);
  • parestesie (formicolio e/o intorpidimento più o meno marcato a carico dell’area del corpo – gluteo, gamba, piede – corrispondente alla radice nervosa interessata dalla compressione);
  • claudicatio motoria (aumento del dolore che si irradia agli arti inferiori durante la deambulazione);
  • ipostenia (perdita di forza) degli arti inferiori.

Prevenzione

Purtroppo nulla si può fare per prevenire la stenosi lombare primitiva, ovvero quella forma della patologia dovuta a cause congenite. Per prevenire, invece, l’insorgenza della stenosi lombare secondaria è bene evitare di incorrere in quelle che possono essere le cause che ne sono alla base. È bene quindi preservare il più possibile la salute della colonna vertebrale evitando di sovraccaricarla con eccessivi carichi e sforzi, mantenere un buono stato muscolare con attività fisica leggera, e rispettare un’alimentazione equilibrata.

Diagnosi

Per porre una diagnosi di stenosi lombare il medico provvederà a raccogliere la storia clinica del paziente, corredata dalla sintomatologia percepita, mediante un’accurata anamnesi. Le indagini radiologiche che vengono effettuate per porre la diagnosi di questo disturbo sono, in particolare, la tomografia assiale computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica nucleare (RMN) lombare.

Trattamenti

Il trattamento per la stenosi lombare moderata/severa prevede in genere un intervento chirurgico. I trattamenti conservativi vanno riservati ai pazienti in cui la stenosi è lieve o la chirurgia è controindicata, e prevedono fisioterapia e farmaci analgesici.

Per l’intervento chirurgico sempre eseguito in anestesia generale, si individua il livello (o i livelli nel caso di stenosi multisegmentale) da trattare e si esegue una “decompressione” del canale vertebrale con l’asportazione di alcuni segmenti ossei e legamentosi prestabiliti per restituire al sacco durale e alle strutture in esso contenute lo spazio adeguato perché la compressione cessi.